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Cronaca Pennabilli

Pennabilli e la Valmarecchia sono dentro il "Paesaggio della Gioconda"

Venerdì scorso al Teatro Vittoria Pennabilli, davanti ad un foltissimo pubblico di oltre 200 persone provenienti da tutta la vallata si è tenuta l’attesa conferenza dal titolo “Il Paesaggio della Gioconda”

Venerdì scorso al Teatro Vittoria Pennabilli, davanti ad un foltissimo pubblico di oltre 200 persone provenienti da tutta la vallata si è tenuta l’attesa conferenza dal titolo “Il Paesaggio della Gioconda” nella quale Rosetta Borchia e Olivia Nesci hanno presentato quattro anni di lavoro e ricerca condensati nel loro libro “Codice P. Atlante illustrato del paesaggio della Gioconda”. Le autrici, pittrice e fotografa del paesaggio la prima, geomorfologica e docente all'Università degli studi di Urbino la seconda, hanno da tempo scoperto nel paesaggio che fa da sfondo al celebre dipinto di Leonardo spazi reali e tangibili del Montefeltro, tra cui la stessa Pennabilli, la Valmarecchia e la valle del Senatello, mettendo a confronto ingrandimenti del dipinto e foto del paesaggio.

Le due studiose, definite come autentiche “cacciatrici di paesaggi”, hanno descritto come Leonardo abbia utilizzato un codice complesso attraverso il quale a volte comprimeva e altre espandeva la morfologia del paesaggio reale. I risultati sono stupefacenti e accertano con sicurezza che il paesaggio alle spalle della Gioconda è il nostro. Il Sindaco Lorenzo Valenti, a conclusione della serata ha affermato che: “Il lavoro delle due ricercatrici prova al di la di ogni dubbio la presenza del nostro paesaggio con Pennabilli e la sua vallata alle spalle della Gioconda, arrivando a descrivere dettagli paesaggistici per noi stupendi. La notizia per il nostro Comune è eccezionale e andrà rilanciata nei consessi scientifici e culturali. Ma soprattutto per il nostro territorio è come vincere un biglietto della lotteria. Il turismo in particolar modo quello internazionale, sarà attratto da questa grandiosa novità. Allestiremo presto con l’aiuto della provincia dei “balconi”, luoghi dai quali Leonardo ha “fotografato” il nostro territorio. Aspettiamoci quindi un grande interesse per questa scoperta che dobbiamo coltivare e rilanciare.”

L’Assessore Provinciale Fabio Galli ha poi ricordato l’impegno della Provincia di Rimini per la promozione dell’entroterra con il progetto Malatesta Montefeltro nel quale si iscrive a pieno titolo la scoperta: “La Provincia già da tempo ha finanziato questo progetto di ricerca che ha visto in primo luogo lo studio dei paesaggio di Piero della Francesca nei dintorni di San Leo. Questa nuova scoperta relativa a Leonardo e alla Gioconda conferma ancora una volta che nel Rinascimento i territori compresi fra Urbino e Rimini erano il luogo centrale della vita culturale di allora. La presenza di Leonardo nei nostri territori lo conferma. Ora l’impegno della Provincia e di tutte le istituzioni sarà quello di rilanciare negli appositi consessi l’importante notizia.” L’Assessore Comunale al Turismo Cristina Ferri aggiunge: ”L’intuizione delle due studiose, già condivisa con il Maestro Tonino Guerra, che presenteranno presto le loro ricerche anche a Parigi, arricchisce ulteriormente il nostro territorio dal punto di vista culturale e turistico e offre una grandissima opportunità per una promozione internazionale dei nostri luoghi. La sensazionale scoperta di Rosetta Borchia e Olivia Nesci troverà tutto il supporto necessario e la massima partecipazione nell’Amministrazione Comunale di Pennabilli.”

Olivia Nesci e Rosetta Borchia già nel 2007 avevano scoperto nel Montefeltro sette paesaggi riconducibili alle opere pittoriche di Piero della Francesca. Contemporaneamente a queste ricerche, lo storico Roberto Zapperi aveva ritrovato, nel 2009, la vera identità della Gioconda, e pubblicato un libro nel 2012 “Monna Lisa addio. La vera storia della Gioconda”, teoria peraltro già sostenuta fin dagli anni ’50 dai più grandi storici di Leonardo (Chastel, Pedretti, Perrig…). La donna ritratta, come confermano le due ricercatrici, è Pacifica Brandani, dama alla corte di Urbino, amante di Giuliano de' Medici, morta dando alla luce il figlio avuto da Giuliano. Alle sue spalle, una veduta aerea estesissima sull’antico Ducato di Urbino vista dalle alture della Valmarecchia, oggi territorio appartenente a Marche, Emilia Romagna e in parte Toscana. Mai le due ricercatrici avevano pensato di cercare lo sfondo della Gioconda. Al contrario, amano dire: “è Pacifica che ci ha cercato, che ci è venuta incontro”. Per entrare in quel paesaggio ed identificarlo, occorreva trovare la chiave con cui Leonardo l’aveva secretato.

“Questa chiave – spiegano Borchia e Nesci - si chiama ‘compressione’, una tecnica di rappresentazione prospettica che coglie e sintetizza la bellezza. Dunque un nuovo paradigma del paesaggio, esperimento sulla realtà che assume un significato innovativo”. Tra i codici di Leonardo (codice Arundel, Royal Library -London), le due ricercatrici hanno rinvenuto anche alcuni disegni preparatori di quel paesaggio, mai prima d’ora riconosciuti. Due le possibili date in cui furono fatti quei disegni: 1502 (quando al seguito di Cesare Borgia spaziava in quei territori nella veste di Soprintendente generale alle fortificazioni militari) o 1516 (in un viaggio da Roma a Bologna, fatto insieme a Giuliano de’ Medici e Papa Leone X: lasciata la Toscana, si imboccava la via Ariminensis, proprio dentro il paesaggio dipinto da Leonardo). Tante altre curiosità verranno svelate con la lettura dell’Atlante, che propone ben 164 tavole illustrate (foto aeree, immagini satellitari, panoramiche, schemi geomorfologici) mettendo a confronto il paesaggio dell’opera e quello di oggi. Pennabilli, 5 gennaio 2013

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