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Cronaca

Pesce adulterato con perossido di idrogeno, maxi sequestro al porto di Rimini

Il pescato veniva irrorato con l'acqua ossigenata per farlo apparire fresco ma, in realtà, il processo di decomposizione al suo interno era già in stato di avanzamento. Nei guai quattro persone: il capitano e gli armatori di 3 pescherecci riminesi

Maxi operazione dei carabinieri di Rimini che, giovedì sera, sono entrati in azione al porto di Rimini per controllare la filera della pesca scoprendo una frode alimentare ai danni dei consumatori sequestrando 1500 chili di pesce azzurro adulterato. In particolare, i militari dell'Arma hanno controllato 10 pescherecci appena rientrati dalla pesca e, in 3 di questi, è emerso un modus operandi che alterava il pesce. Nelle imbarcazioni, infatti, il pesce posto in cassette di polistirolo veniva irrorato con una sostanza a base di acqua di mare, ghiaccio e perossido di idrogeno (l'acqua ossigenata) per far apparire il pescato in maniera più lucente e bianca anche dopo diversi giorni. Il trattamento, capace di trarre in inganno anche l'occhio più esperto, di per sè non ha effetti negativi per la salute dell'uomo anche se espone i consumatori al rischio di mangiare pesce fresco che, in realtà è stato pescato giorni prima e che, al suo interno, ha già in atto i processi di decomposizione.

Sequestro di pesce adulterato

L'indagine dei carabinieri, iniziata circa un mese fa, si è avvalsa dell'aiuto degli esperti dell'Ausl che, giovedì sera, sono intervenuti in piazzale Boscovich per i campionamenti del pescato. Nei tre pescherecci dove questo sistema veniva usato, gli inquirenti hanno scoperto anche un contenitore di acqua ossigenata con il quale i comandante dell'imbarcazione realizzava il composto con il quale irrorare le cassette di pesce. "Questo procedimento - ha spiegato la dottoressa Milena Libretto, dirigente dell'unità di Igiene Alimentare dell'Ausl di Rimini - è abbastanza noto e permette di rendere il pesce più brillante e dall'aspetto più appettibile mentre, magari, è stato pescato già da qualche giorno e al suo interno il processo di alterazione della decomposizione è già avviato. Al momento, tuttavia, non siamo in grado con le nostre analisi di capire se è stato usato il Cafados, una sostanza chimica vietata in Italia e che permette di mantenere un aspetto fresco e come appena pescato anche a distanza di una settimana. Di questo additivo, utilizzato in Spagna per la produzione di colla di pesce, è vietata la vendita nel nostro Paese ma è abbastanza facile procurarselo su internet. Per il momento, comunque, le analisi hanno evidenziato solo tracce di perossido di idrogeno".

A far scoprire la frode è stato il diverso trattamento a cui veniva sottoposto il pescato e, i carabinieri, hanno notato come il pesce veniva diviso tra cassette di legno e cassette di polistirolo. In queste ultime veniva poi utilizzata la sostanza che permetteva di "dopare" il pesce azzurro. Le 180 casse di pesce sequestrate dai carabinieri verranno distrutte mentre i comandanti e gli armatori dei tre pescherecci, quattro persone in tutto, sono stati denunciati a piede libero per frode in commercio e uso di additivi vietati.

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