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Cronaca

Pesce avariato e non a norma nei ristoranti cinesi, interviene la Capitaneria

Maxi operazione della Guardia Costiera di Rimini che ha sequestrato circa 1152 kg di prodotto ittico sotto misura e in pessime condizioni di conservazione

Si è conclusa con il sequestro di 1152 kg di prodotto ittico e verbali per 77465 euro la maxi operazione della Capitaneria di Porto di Rimini che ha controllato l'intera filiera della pesca. Il blitz, chiamato “Labyrinth”, era partito a cavallo delle festività natalizie, proprio per prevenire che sulle tavole arrivassero prodotti non conformi, e si è concluso il 19 gennaio. Gli inquirenti della Guardia Costiera hanno messo sotto la lente d'ingrandimento il pescato, tra Cesenatico e Cattolica, per accertare la presenza di vendita di specie ittiche protette, di rilevare eventuali casi di cattiva conservazione del pesce somministrato alla vendita e frodi alimentari. In tutto sono state 175 le verifiche eseguite, in tutte le fasi di sbarco del pescato, centri di grande distribuzione, vettori di trasporto su gomma e piccoli rivenditori, che hanno portato alla verbalizzazione di 53 persone 6 delle quali denunciate all'autorità giudiziaria per frode in commercio.

Tra le irregolarità riscontrate più frequentemente, il cattivo stato di conservazione di pescato in procinto di essere commercializzato oltre a varie frodi in commercio di pesce spacciato per specie di maggiore qualità. La maggior parte delle infrazioni sono state rilevate a carico di ristoranti etnici e, in particolare, gestiti da persone provenienti dall'estremo oriente.
Il comandante del compartimento e Capitaneria di Porto di Rimini, capitano di fregata Domenico Santisi, ha evidenziato l’importanza dell’operazione che rientra nel quadro generale della tutela delle specie ittiche e alla sicurezza alimentare dei
consumatori.

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