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Cronaca

Piano per le povertà, il Comune realizza il nuovo centro a bassa soglia

Uno stanziamento complessivo di 140mila euro per la struttura di via De Warthema che sarà affidata a soggetti del terzo settore

Sono 2.500 le famiglie in povertà nei 25 Comuni della provincia di Rimini, secondo i dati dell’ultimo Rapporto sulle Povertà della Caritas di Rimini. Uno scenario che, per quanto riguarda il Comune di Rimini, viene affrontato con un omogeneo e articolato insieme di servizi, strutture e risorse facente capo al piano per le povertà. Ultimo arrivato, in ordine di tempo,è  il nuovo centro a bassa soglia che, approvato ieri dalla Giunta, verrà realizzato nei prossimi mesi nelle strutture  via De Warthema, grazie ad uno stanziamento complessivo di 140mila euro. Una volta ultimati gli interventi, la gestione della nuova struttura sarà affidata a organizzazioni del terzo settore operative sul territorio distrettuale, tramite istruttoria pubblica di co-progettazione e gestione di durata triennale, fino al 31 dicembre 2021.

Il progetto che l’amministrazione vuole proporre in collaborazione ed in co – progettazione con soggetti del terzo settore, prevede l’allestimento e la gestione del Centro di accoglienza a bassa soglia di prossima realizzazione in Via De Warthema tenendo conto delle “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia”. Il centro si aggiunge ai due centri già presenti alla Capanna di Betlemme e alla Caritas.

Durante il tempo di permanenza nella struttura le persone saranno supportate, mediante l’attivazione di alcuni interventi quali: percorsi di inclusione sociale e di capacitazione individuale e di gruppo; accoglienza e accompagnamento all’uso della struttura fornendo indicazioni sulle regole di convivenza, sulle possibilità di essere parte attiva al funzionamento del progetto stesso e promuovendo ogni iniziativa che può essere utile al consolidamento delle relazioni interne; promozione delle relazioni esterne alla struttura in collaborazione con i servizi territoriali; promozione delle relazioni esterne alla struttura che tengano conto del contesto di quartiere nella quale è inserito; sostegno in percorsi di crescita individuali attraverso l’ascolto, l’informazione, l’orientamento e l’accompagnamento ai servizi già strutturati. Sono previsti monitoraggi, almeno di carattere semestrale per la verifica dello stato di avanzamento del progetto e la verifica del raggiungimento dei risultati attesi.

Dal 2012 ad oggi sono stati 44 i nuclei famigliari di diversa composizione (coppie, famiglie con bambini, famiglie unipersonali) ospitati nell’albergo sociale, per un totale di 87 persone. Non solo un progetto di assistenza, ma di vera e propria attivazione personale con valenza ‘capacitante’, principio che sottosta a tutte le politiche di welfare dell’Amministrazione: secondo le statistiche infatti, il 70% dei nuclei dopo i tre mesi di ospitalità nella struttura ha trovato una soluzione abitativa autonoma, mentre il 30% ha accesso ad alloggi Erp o a canone calmierato. I nuclei in condizione di fragilità nei tre mesi si accesso all’Albergo sono supportati da operatori professionali, che non solo accompagnano le famiglie nell’inserimento nella struttura ma promuovono le relazioni con l’esterno e avviano percorsi di crescita individuale e di orientamento.  

Sono equipe multidisciplinari di cui fanno parte alcune associazioni della rete del terzo settore riminese, come l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas, la Croce Rossa e Rumori sinistri, coerentemente con il  principio di sussidiarietà orizzontale. Il progetto – finanziato per questo inverno con 21 mila euro - è finalizzato al monitoraggio della persone senza fissa dimora presenti  sul territorio e alla mappatura dei luoghi del disagio con l’obiettivo di: attivare   interventi a bassa soglia per il primo soccorso; ridurre la grave marginalità; consolidare la rete dei soggetti pubblici e privati che a vario titolo si occupano di senza fissa dimora. Questo è reso possibile grazie a quattro uscite settimanali delle unità di strada che portano con se generi di prima necessità, coperte e alimenti, a volte accompagnati da un medico. I casi più gravi vengono segnalati alle strutture di assistenza medica. Più in generale, sono più di 120 i posti letto per la prima accoglienza messi a disposizione dal sistema riminese pubblico e privato per il sostegno dei senza fissa dimora e delle persone più deboli che si trovano a fronteggiare le difficoltà della stagione invernale. 

Progetto innovativo in cui il Comune di Rimini è Partner della Regione Emilia Romagna. Attualmente le attività stanno proseguendo con  gli inserimenti abitativi di 10 persone in 5 appartamenti. Nelle precedenti annualità erano già state inserite 9 persone in 7 appartamenti. Un progetto che si affianca ai tanti altri messi in campo per l’emergenza casa, ma con caratteristiche del tutto uniche e peculiari, che invertono i canoni più tradizionali dell’assistenza; prima la casa, appunto, e poi il percorso di inserimento sociale, relazionale, lavorativo. Una sperimentazione che continuerà per altri tre anni, fino al 2019, con un impegno di spesa complessivo, da parte del Comune di Rimini, di 210 mila euro; il progetto è stato affidato tramite istruttoria pubblica alla Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha già gestito il precedente triennio.

“Il contrasto alla povertà – è il commento di Gloria Lisi, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini - rappresenta una priorità e con il nuovo centro a bassa soglia di via De Warthema andremo a potenziare le diverse misure già messe in campo dall'amministrazione. Il nostro è un sistema di inclusione e riscatto pensato per chi si trova in gravi difficoltà, anche attraverso la sperimentazione di soluzioni innovative, in grado di implementare le potenzialità dei cittadini e non, semplicemente, di assisterli. Nel farlo coinvolgiamo la vasta e avanzata rete del terzo settore riminese che, da anni, è parte integrante del nostro sistema di welfare diffuso”.

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