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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Addio al poeta Elio Pagliarani

Si è spento giovedì pomeriggio il poeta Elio Pagliarani, tra i massimi esponenti della Neoavanguardia italiana. Nato a Viserba il 25 maggio del 1927, ha collaborato con il Gruppo 63

Si è spento giovedì pomeriggio il poeta Elio Pagliarani, tra i massimi esponenti della Neoavanguardia italiana. Nato a Viserba il 25 maggio del 1927, ha collaborato con il Gruppo 63, del quale hanno fatto parte scrittori e poeti come Aldo Palazzeschi, Edoardo Sanguineti, Umberto Eco, Nanni Balestrini, Giorgio Manganelli. Nelle sue raccolte degli anni 50, ha affrontato temi come quello del lavoro, dell'economia e della vita delle classi subalterne.

Gli operai, i camionisti, le commesse, i manovali e le dattilografe della Milano dell'epoca sono stati i protagonisti delle sue opere. Negli anni 40 ha vissuto a Milano. Nel successivo decennio è stato redattore dell''Avanti negli anni 50, per poi trasferirsi nella capitale negli anni 60. A partire dal 1968, ha lavorato come critico teatrale a Paese Sera. Nel 1971 ha fondato la rivista Periodo Ipotetico. Negli anni Ottanta ha fondato e diretto con Alessandra Briganti la rivista di Letterature Ritmica.

Il Partito democratico ha espresso "il più sentito cordoglio per la scomparsa del poeta. Le origini operaie, la collaborazione con l'Avanti!, la fondazione della Cooperativa di scrittori ne fanno uno dei rappresentanti più fulgidi della sinistra intellettuale socialmente impegnata. Era il poeta della classe operaia, e nella sua opera ha cantato il realismo del lavoro, dell'economia, della vita quotidiana delle persone modeste, con la lingua di tutti i giorni. Scritti come "La ragazza Carla" raccontano la nostra storia e dovrebbero essere riletti dai nostri giovani, perché Pagliarani ci parla ancora di noi. Lo farà sempre, attraverso la sua poesia".

“Non tutti sanno che la nostra quotidianità è piena di segni e contributi che si devono principalmente al lavoro di Elio Pagliarani - è il commento dell’Assessore alla Cultura della Provincia di Rimini, Carlo Bulletti, che ha espresso il cordoglio della provincia per la scomparsa del poeta -. La rottura del linguaggio aulico, il rifiuto dello stucchevole lirismo, l’importazione di una terminologia tecnico/scientifica e dichiaratamente antiretorica,  che il poeta nato a Rimini inoculò nella poesia e nella cultura italiana 50 anni fa diedero la spinta alla ‘sprovincializzazione’ di un Paese in trasformazione e incerto nel dopoguerra, che aveva bisogno di parole e visioni finalmente moderne. Dalla ‘nicchia’ di una poetica, di un impegno e di un alfabeto (e di una sobrietà, di un rigore e di un’etica) inusitati per chi aveva (e ha) della poesia l’immagine di un intimismo da rima baciata, la rivoluzione di Pagliarani e del Gruppo 63 si diramò successivamente nell’intera società italiana. E se oggi anche in una canzone di Jovanotti, di Samuele Bersani o di Vasco Rossi entra il linguaggio di tutti i giorni, perfino con le sue banalità e le sue cacofonie, molto probabilmente lo si deve anche a quegli intellettuali che oltre mezzo secolo fa si diedero il compito di cambiare il vocabolario dell’Italietta".

"Elio Pagliarani - ricorda Pagliarani - è stato riminese di nascita e negli affetti, specie nell’ultimo scorcio della sua vita. L’inizio e la conclusione, i due estremi di una parabola esistenziale, intellettualmente e professionalmente vissuta a Milano e Roma. Si sbaglierebbe nel cercare un ‘tratto tipico riminese’ nella sua Ragazza Carla o negli altri suoi lavori che piombarono come un sasso nello stagno della poesia nazionale. Gli si farebbe un torto. Di lui, del suo rapporto con la città e i luoghi che lo videro nascere e crescere, va conservato l’entusiasmo e perfino qualche rigagnolo di commozione delle sue recenti visite e dei suoi straordinari 80 anni festeggiati assieme a Rimini all’interno della manifestazione ‘Assalti al Cuore’".

"Elio Pagliarani - conclude l'assessore alla cultura - non è stato un poeta dimenticato, nè da Rimini né dall’Italia. Al di là delle pagine a lui dedicate in tutte le antologie scolastiche sul Secondo Novecento letterario (spesso irraggiungibili temporalmente da studenti e programmi didattici), di Pagliarani resta viva e attuale la lezione di rottura delle barriere tra linguaggi, di visione critica su periodi impropriamente passati alla storia come ‘meravigliosi’. Basta accendere la radio o leggere un libro o guardare un film per potere rendersi conto della portata intellettualmente rivoluzionari di questo pioniere schivo e entusiasta".

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