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Cronaca

Nasce che pesa 500 grammi e con una grave malattia, salva dopo 4 mesi di cure all'Infermi

Una neonata gravemente prematura e con una grave patologia intestinale è stata salvata dopo 4 mesi di ricovero

Una neonata gravemente prematura e con una grave patologia intestinale è stata salvata grazie alla stretta collaborazione tra varie unità operative e servizi dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, dopo quattro mesi di ricovero è stata dimessa e le sue condizioni sono buone.

A rendere noto il buon esito delle cure è una nota dell’Ausl. La piccina è nata nello scorso mese di marzo alla ventitreesima settimana di gestazione, quindi al limite di vitalità e con un peso di 500 grammi. Era inoltre affetta da enterocolite necrotizzante, una patologia particolarmente frequente nei neonati prematuri e che, a 12 giorni di vita, le ha provocato una perforazione intestinale. La neonata è stata dunque operata in urgenza, ma il trasporto in sala operatoria avrebbe peggiorato ulteriormente le sue condizioni. E’ stata allora allestita una vera e propria sala operatoria nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale (diretto dalla dottoressa Gina Ancora) in cui era ricoverata, e l’intervento chirurgico è stato effettuato all’interno di un’apposita termoculla. Una tecnica già utilizzata una sessantina di volte e per la quale Rimini è stata innovativa.
Ad intervenire la dottoressa Silvana Federici, direttore della Chirurgia Pediatrica Neonatale, nonché uno degli anestesisti specializzati in anestesia pediatrica, del reparto guidato dal dottor Giuseppe Nardi, e il personale di sala operatoria. Si tratta di un intervento estremamente delicato, di alta chirurgia, sia per il tipo di patologia sia per le ridotte dimensioni della paziente e dei suoi organi interni. Dopo le delicate operazioni di preparazione dell’ambiente operatorio, i professionisti si sono prodigati per due ore e mezza per risolvere la perforazione e “pulire” l’intestino della piccina. Successivamente, a distanza di alcune settimane, sono stati effettuati altri due interventi chirurgici, il secondo sempre in termoculla e il terzo in sala operatoria, per la completa ricostruzione e ricanalizzazione dell’intestino. Nel frattempo la neonata, dopo una prima fase di nutrizione esclusivamente artificiale, ha potuto godere del contatto col seno della sua mamma, dal quale si è nutrita per più di un mese grazie alla stretta collaborazione tra la sua famiglia e il personale della Tin.

Il suo ricovero in Terapia Intensiva Neonatale ha infine avuto buon esito e pochi giorni fa, dopo quattro mesi di permanenza in ospedale, è stata dimessa, col peso di 2.740 grammi. Naturalmente sarà sottoposta a controlli e la sua crescita andrà attentamente monitorata a cura dei medici della Tin, ma vi sono tutte le condizioni perché possa avere una vita normale, avendo battuto, con l’aiuto dei medici ed operatori dell’Ospedale di Rimini, una malattia incompatibile con la vita.
“La difficoltà di questo intervento è altissima e vi è una forte incidenza di mortalità – spiega la dottoressa Federici – tanto più in una neonata gravemente prematura e piccola: ti trovi ad operare un corpicino più piccolo della tua mano. Siamo felici dell’esito e della importante e fattiva collaborazione di tutti i servizi coinvolti che ci permette, in questo e in altri casi simili, di fare cose importanti”. Felicissimi, ovviamente, anche i genitori della piccola paziente: “Ancora stentiamo a credere quanto è successo – racconta la mamma -. Quando è nata, così prematura, e poi quando ci hanno comunicato la grave patologia dalla quale era affetta, non avremmo pensato che sarebbe potuta sopravvivere.  All’inizio avevo anche timore a toccarla dentro l’incubatrice, era così piccola… Poi, grazie all’aiuto degli operatori, oltre a parlarle e farle sentire la mia voce, abbiamo potuto avere anche dei contatti. Ho capito che mi riconosceva e da quel momento anche le sue condizioni sono migliorate più velocemente. Si vedeva che respirava meglio. E’ stata una gioia e una emozione grandissima”.

La mamma ha praticamente vissuto quattro mesi in ospedale assieme alla piccina per poterla assistere meglio. Ora che la famiglia si è ricongiunta a casa “siamo felici, anche se qualche volta abbiamo un po’ di ansia, siamo molto attenti alle condizioni della piccina, ma siamo anche molto fiduciosi nella competenza del personale che continuerà a seguirci”.
 

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