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Cronaca

Presepi dal Mondo, per il quinto anno torna la mostra nella Sala dell’Arengo

Novità di quest'anno un “presepe” che rappresenta la Pasqua con i vari momenti della passione di Gesù: il monte degli ulivi, il sinedrio, l'”ultima cena”, il calvario

Subito grandi numeri per la mostra dei Presepi dal Mondo, organizzata dalla Caritas Diocesana di Rimini in collaborazione con le comunità di immigranti residenti nel nostro territorio (una trentina quelle che hanno aderito alla proposta) e giunta alla 15esima edizione (l’anno scorso la mostra fece registrare oltre 20mila visite). Nella prima settimana sono state quasi  cinque mila le persone hanno visitato gli oltre 300 presenti nella Sala dell’Arengo del Palazzo del Podestà (in piazza Cavour), una decina le classi di scuole elementari e medie che hanno svolto la visita guidata. E in tanti hanno già prenotato per le prossime settimane. Il percorso inizia passando attraverso la Porta  di una casa perchè Gesù è nato in una famiglia; una famiglia povera e Santa. E in ogni presepe la natività è posta in una casa caratteristica della gente povera del paese rappresentato; come la capanna di bambù delle Filippine o il “tucul” dell'Etiopia. Giuseppe, Maria e Gesù hanno i vestiti tipici e il colore della pelle tipici del paese rappresentato. Ogni comunità attraverso il proprio presepe vuole far conoscere ai visitatori, il proprio paese d’origine, la cultura, l’economia, la vita sociale e religiosa. Presepi che raccontano dei laboratori nei quali vene data un’opportunità di lavoro e di vita ai ragazzi di e alle ragazze di una missione in Etiopia, in Cambogia, in Indonesia, in Bangladesh e nello Zimbabwe.

Presepi che raccontano le storie del Perù, dell’Ucraina, delle Filippine, della Colombia,  del Camerun, della Cina e dell’Ecuador, della Romania, del Venezuela e dell'Albania. Vere e proprie opere d’arte allestite dalle comunità di immigrati. Una Mostra che dice condivisione di popoli, solidarietà, cura del creato. Un modo per dire che la diversità è una ricchezza e una risorsa. Una Mostra che dice Speranza perché non c’è nessun paese così povero che non sia abitato da Gesù, non  c’è nessun popolo, per quanto emarginato sia, che non sia amato da Gesù. Una speranza testimoniata anche dallo spazio nel quale i ragazzi richiedenti asilo accolti dalla Caritas hanno voluto raccontare cos'è per loro, cristiani, musulmani, protestanti, credenti e non credenti, la Salvezza: un Paese che ti accoglie, una mano che ti stringe, una persona che ti ascolta, l'approdo in una terra ospitale dopo una drammatica traversata del mare.. E dal presepe fatto a Lampedusa con i legni delle barche naufragate. Assoluta novità: un “presepe” che rappresenta la Pasqua con i vari momenti della passione di Gesù: il monte degli ulivi, il sinedrio, l'”ultima cena”, il calvario: Gesù che nasce per amrci, ci ama fino alla fine e sconfigge la morte. Molto positivi i commenti lasciai dai visitatori; in particolare si nota come molti turisti, presenti a Rimini per le festività, tornano ogni anno a visitare la Mostra.

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