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Cronaca

Pastore tedesco gettato vivo nel cassonetto dei rifiuti si ipotizza il gesto di un folle

Le condizioni del quattrozampe sono giudicate molto serie e si trova tuttora ricoverato nel canile di Vallecchio gestito dalla cooperativa Centofiorni. E' caccia serrata all'autore del gesto che lo ha ridotto in fin di vita

Sono ancora molto critiche le condizioni del pastore tedesco ritrovato, venerdì mattina verso mezzogiorno, in un cassonetto dell'immondizia di via San Martino in Venti con un sacchetto di plastica intorno alla testa massacrata di colpi. Il quattrozampe ha trascorso la notte nel centro veterinario del canile di Vallecchio, gestito dalla cooperativa Centofiori, dove i veterinari si sono riservati la prognosi per le gravi ferite riportate dal povero cane. Ad accorgersi che in quel bidone c'era qualcosa di vivo sono stati alcuni passanti che hanno allertato il 112 facendo accorrere sul posto una pattuglia dei carabinieri. Quando i militari dell'Arma si sono resi conto che, all'interno, il pastore tedesco era gravemente ferito e con un sacchetto di plastica sul muso che gli impediva di respirare hanno a loro volta allertato i vigili del fuoco che hanno poi provveduto ad estrarre il povero cane dalla trappola mortale a cui era stato condannato. Affidato alle cure del veterinario, si teme tuttora per la sua vita. Sono in corso le indagini dei carabinieri per cercare di individuare l'autore dell'ignobile gesto ma, al momento, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.

Dai primi riscontri dell'indagine, pare che lo sfortunato animale avesse il chip di riconoscimento e sono già stati individuati i proprietari del pastore tedesco che sarebbero estranei alla vicenda. I padroni, infatti, avrebbero anche un altro cane che, nella giornata di giovedì insieme al lupo, si era allontanato da casa. All'imbrunire, tuttavia, era rientrato solo uno dei due animali e non era ancora stata fatta la denuncia di smarrimento quando il pastore tedesco è stato ritrovato in condizioni disperate all'interno del cassonetto. L'ipotesi più accreditata da parte degli inquirenti dell'Arma è che il povero cane, nel suo girovagare, si sia imbattuto in un folle che lo ha prima picchiato fino a stordirlo per poi legargli un sacchetto di plastica sul muso e gettarlo nel bidone per farlo morire soffocato. Chi ha seviziato il povero cane, se ritenuto colpevole, rischia la reclusione da 3 mesi a 1 anno o una multa da 3mila a 15mila euro, la pena è aumentata della metà se dalle sevizie deriva la morte dell'animale.

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