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Cronaca

Renata Tosi e Andrea Gnassi: sindaci uniti contro le infiltrazioni mafiose in Riviera

I due primi cittadini, hanno voluto ribadire la lotta alle infiltrazioni mafiose nell'economia della Riviera emerse in seguito all'inchiesta Aemilia della Finanza

Il sindaco di Riccione, Renata Tosi, e quello di Rimini, Andrea Gnassi, all'indomani dei sequestri di due società di ristorazione effettuati nella Perla Verde dalle Fiamme Gialle, hanno voluto esprimere il loro ringraziamento alla Guardia di Finanza per il lavoro svolto. Allo stesso tempo, i due primi cittadini, hanno voluto ribadire la lotta alle infiltrazioni mafiose nell'economia della Riviera emerse in seguito all'inchiesta Aemilia. 

"Il brillante risultato - ha commentato la Tosi - portato a termine dalla Guardia di Finanza ci ricorda che nessun territorio è immune all'azione delle infiltrazioni criminali, soprattutto in un paese come il nostro, caratterizzato da un'imprenditorialità sana e operosa, in periodi non facili di crisi economica- Un sentito ringraziamento va alla Guardia di Finanza di Rimini e ai magistrati a nome mio, dell'amministrazione Comunale e dell'intera comunità della città di Riccione per l'importante risultato conseguito contro la criminalità organizzata attraverso il sequestro preventivo di attività in mano a soggetti coinvolti nel sodalizio malavitoso riconducibile alla vasta operazione 'Aemilia' avviata gennaio scorso".

“Non è vero che la mafia non c’è - ha aggiunto Andrea Gnassi. - C’è a Rimini come c’è ormai ovunque, spesso invisibile nelle forme di oggi. Se c’è una cosa di cui essere orgogliosi è avere in questi anni, come istituzioni, cambiato l’approccio, lavorato per un cambio culturale e di lettura. Parlare di mafia e dire che c’è fa bene al turismo perché è la premessa culturale per combatterla meglio. Non parlarne perché fa male al turismo è sbagliato e dannoso. L’inchiesta ‘Aemilia’ sulla penetrazione e sulle ramificazioni della criminalità organizzata e mafiosa nel territorio emiliano romagnolo non si limita ‘solo’ a rappresentare un nuovo salto di qualità nel fondamentale lavoro investigativo compiuto sinergicamente da forze dell’ordine e procure. Toglie finalmente i paraocchi, gli alibi e le ipocrisie a chi sino a ieri rifiutava di vedere, sentire, leggere, mettere in fila gli episodi, i fatti, le inchieste che da anni punteggiano i nostri luoghi, le nostre città. Basta dare una rapida occhiata allo splendido lavoro di archiviazione e documentazione fatto dalle persone e dai ragazzi che animano l’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata e per la diffusione di una cultura della legalità per rendersi conto che da tempo si è passati dalla minimizzazione del ‘caso isolato’ alla gravità di una ‘manifesta perforazione’ del tessuto economico regionale.

"Le indagini e i sequestri - prosegue il sindaco di Rimini - che anche quest’oggi sono riportati dalle cronache locali sono, per chi abita nel territorio riminese, un invito a non fermarsi nel picconare quel muro di omertà, spesso fraintesa in ‘difesa dell’immagine’, che negli ultimi anni ha convinto finalmente le istituzioni a guardare ‘il mostro’ in faccia. L’Osservatorio- un unicum per il panorama non solo emiliano romagnolo- è il frutto di questa nuova e responsabile coscienza, così come i protocolli d’intesa sottoscritti sul fronte della sicurezza degli appalti e le tante iniziative di sensibilizzazione portate avanti anche negli istituti scolastici dalle forze dell’ordine. C’è soprattutto una rete civica di associazioni, composta da tante ragazze e ragazzi riminesi, che ha fatto e continua a operare nel quotidiano perché l’attività di documentazione e ricerca diventi il terreno fertile su cui seminare un cambio deciso di consapevolezza, cultura e impegno".

"Quanto fatto negli ultimi anni adesso va espanso - conclude Gnassi. - Per questo è necessario che la politica, i partiti e le amministrazioni mettano al centro della propria azione- in ordine alle proprie competenze- il contrasto alla malavita organizzata, uscendo anche qui dalla genericità di troppi programmi. L’anno prossimo, in alcuni Comuni della provincia di Rimini, si svolgeranno elezioni amministrative. A mio modo di vedere, sarebbe molto utile, e segno di una svolta culturale in questo senso, che tutte le forze politiche e civiche che chiederanno fiducia ai cittadini condividano e offrano la stessa chiara piattaforma- senza ambiguità o relativizzazioni di sorta- rispetto al ‘tanto’ che ancora si può e si deve fare per combattere il ‘mostro’ che abbiamo in casa”.

"Aggredire i patrimoni delle mafie è l’unica strada percorribile. Quei beni non son altro che il frutto del potere e della perniciosa volontà con la quale le Mafie sono in grado di contaminare l'economia, è lì che bisogna andare a colpire." - sottolinea Giulia Sarti - " Purtroppo il prezioso lavoro svolto da magistrati e forze dell'ordine rischia di essere annullato dal paradosso che regna sovrano nella nostra legislazione antimafia: i tempi fra sequestri, confische definitive e destinazione dei beni sono troppo lunghi e questi beni, soprattutto immobili ed aziende, rimangono inutilizzati o, in alcuni casi, ritornano nelle mani dei mafiosi. Nella nostra regione a fronte dei numerosissimi sequestri effettuati, i beni destinati in via definitiva negli ultimi due anni sono stati soltanto cinque!"

"I boss non temono la giustizia finché trovano appoggio nella cosiddetta zona grigia - aggiunge Giulia Sarti, parlamentare riminese dei 5 Stelle - non dimentichiamo ad esempio, l'inefficacia della nuova norma sul voto di scambio politico elettorale, sancita perfino in una sentenza della Cassazione di fine agosto 2014, ma sono  terrorizzati all'idea di  perdere il possesso dei propri beni, frutto di violenze, sangue, soprusi e corruzione. In Commissione Giustizia alla Camera giace da oltre un anno la proposta di legge per la riforma del codice antimafia nelle parti che riguardano la gestione dei beni confiscati dal momento del sequestro fino alla destinazione, l'Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati e la disciplina degli amministratori giudiziari che gestiscono i beni; "Noi vogliamo che si possa arrivare in tempi rapidi a discuterla ed approvarla. Queste dovrebbero essere le priorità di Parlamento e Governo. Come diceva Carlo Alberto Dalla Chiesa : 'la Mafia verrà sconfitta solo quando lo Stato darà come diritto ciò che le mafie danno come favore'... E noi temiamo che i favori delle Mafie siano oggi illecito sostegno di molti cittadini travolti dalla crisi".

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