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Cronaca

Revocati gli arresti domiciliari all'imprenditore riminese Mario Formica

Il patron della Alfad era finito nel mirino della Guardia di Finanza in seguito al fallimento dell'azienda

Nella giornat adi martedì il Tribunale del Riesame di Bologna ha disposto la revoca della misura degli arresti domiciliari nei confronti di Mario Formica, l'imprenditore riminese finito nei guai in seguito a un'inchiesta della Guardia di Finanza sul fallimento dell'Alfad. "Personalmente - ha commentato Formica - ritengo che la vicenda in relazione alla quale ieri si è avuto questo importante favorevole  provvedimento, sia strettamente collegata ad un’altra iniziativa giudiziaria, quella che, quattro anni fa, portò all’esecuzione nei confronti miei, di taluni miei familiari e dell’azienda di famiglia Alfad di un sequestro per oltre quattro milioni di euro in relazione ad un’ipotesi di violazione tributaria. I giudici di Bologna hanno sottolineato che, in merito a questa vicenda, il procedimento si è concluso con la mia assoluzione con formula piena. Il sequestro dei conti aziendali, poi annullato un anno dopo dalla Cassazione, e il grande clamore mediatico che suscitò tale iniziativa da parte degli organi inquirenti, determinò la revoca degli affidamenti e l’impossibilità per Alfad di continuare ad operare nel mercato".

"Certamente - prosegue l'imprenditore - Alfad stava attraversando una fase di contrazione finanziaria e di difficoltà, ma sono certo che, come già in passato, anche questa volta ne sarebbe uscita ed è mia opinione che quel sequestro abbia di fatto inciso in modo determinante sul successivo fallimento, non consentendo di far fronte agli impegni in particolare per la revoca di tutti gli affidamenti bancari e neanche a pagare le utenze. Da quella brutta accusa sono stato totalmente prosciolto con sentenza del Tribunale di Rimini del 23 gennaio scorso e con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste che allego. A seguito del fallimento di Alfad sono poi scaturite le indagini che hanno portato al recente provvedimento di custodia cautelare, notificato dopo appena 30 giorni dalla favorevole sentenza del 23 gennaio 2017, oggi fortunatamente revocato".

"Il Tribunale del riesame - aggiunge Formica - non si è limitato a revocare la misura, ma ha altresì annullato il provvedimento cautelare con riferimento a talune ipotesi di reato per le quali non ha ritenuto sussistenti i gravi di indizi di colpevolezza: mi riferisco alle ipotesi di bancarotta documentale, la simulazione in concordato preventivo e la turbata libertà degli incanti, evidenziando in relazione a tale ultima ipotesi come tutto si sia  svolto alla luce del sole, con buona pace delle conversazioni telefoniche intercettate cui si è data ampia pubblicità nei giorni scorsi. A questo proposito il Tribunale ha detto chiaramente nell’ordinanza a pag. 14 che; ‘’nel periodo successivo al fallimento ormai tre anni, non risulta che il Signor Formica si sia  reso responsabile di condotte distrattive o più in generale illecite. Al contrario i comportamenti tenuti dopo la dichiarazione di fallimento, come ad esempio la turbativa d’asta, sembrano evidenziare la volontà di agire correttamente e nel rispetto della legge. Infatti il Signor Formica non ha nascosto al curatore ed ai potenziali concorrenti, l’intenzione di continuare a svolgere  la sua attività avvalendosi di della rete di relazioni imprenditoriali costruite negli anni’’".

"Vi è di più - conclude - sempre il Tribunale della libertà a pag 13 dell’ordinanza afferma che: ‘’non sono emersi elementi da cui si possa desumere che il Signor Formica abbia compiuto o intenda porre in essere atti volti a mettere in pericolo l’acquisizione o le prove. Al contrario sotto questo profilo va rilevato come il Signor Formica abbia reiteratamente dimostrato una ferma volontà di rimanere e continuare ad operare a Rimini’’ Continuerò a lavorare con il legale che mi ha assistito in queste abnormi vicende, l'avvocato Giacomo Nanni dello Studio Bricola di Bologna, per affermare nel prosieguo del processo la mia assoluta e totale estraneità a quanto mi è stato contestato, come per altro in parte ha già chiarito il provvedimento del Tribunale della Libertà per i fatti contestatimi".

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