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Cronaca Riccione

Liquido corrosivo nel bicchiere d'acqua, a processo il barista

Il cliente si era subito sentito male per poi finire in prognosi riservata all'ospedale a causa delle ustioni riportate

Si è aperto nella giornata di lunedì il processo che vede imputato, con l'accusa di aver servito un bicchiere d'acqua contenente un potente liquido corrosivo, a un cliente. La vicenda risale al 25 aprile del 2013 quando, nel noto locale sul lungomare della Repubblica di Riccione, si era presentato un turista milanese 52enne che, oltre al caffè, aveva chiesto anche un bicchiere d'acqua. La dipendente aveva quindi preso una bottiglia di minerale dal frigo già aperta versandola nel bicchiere. Appena il turista ne aveva bevuto un sorso, però, aveva iniziato ad urlare e, sentendosi male, a vomitare sangue. Soccorso dal personale del 118 e trasportato al Ceccarini di Riccione, era stato sottoposto a lavanda gastrica con i medici che avevano accertato ustioni all’esofago e allo stomaco riservandosi la prognosi per alcuni giorni.

Nella prima udienza di oggi è emerso che, nella bottiglia di acqua minerale incriminata, era stato messo dal figlio dei titolari del cloridrato di sodio utilizzato per pulire i piatti della lavastoviglie. La dipendente del bar, inoltre, ha testimoniato di aver prelevato la bottiglia aperta dal frigo e che non c'era nessuna scritta sul suo contenuto corrosivo ma la normale etichetta di una nota marca. La vittima, già risarcita in sede civile, non si è presentata all'udienza e, il processo, riprenderà il prossimo ottobre.

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