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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Riccione

Dipendenti della casa di riposo senza stipendio da mesi: "Continuiamo a lavorare solo per il bene degli anziani"

Ario Fabbri, Cgil: "I lavoratori sono esasperati e la cooperativa che gestisce la struttura non risponde. Il personale si deve anche comprare le divise"

Senza stipendio da marzo. Sono esasperati i 25 dipendenti della casa di riposo Villa Quick di Riccione, in viale Trento Trieste, un'ex pensione adesso adibita a struttura per anziani. "E' una situazione gravissima - afferma Ario Fabbri della Cgil - sto seguendo questa vicenda da tempo. I lavoratori nel corso dei mesi hanno percepito le mensilità saltuariamente e l'ultima rata della tredicesima è stata versata a maggio. Adesso hanno in sospeso marzo e aprile, senza contare maggio. Sono quasi tutti Oss o ausiliari, molti stranieri e contratti part-time, e hanno in cura una sessantina di ospiti della struttura".

Il personale non sarebbe quindi mai stato pagato regolarmente e adesso la situazione sta degenerando. Martedì sera il gruppo di lavoratori, con il sostegno della Cgil, ha protestato con gli striscioni fuori dall'edificio per fare conoscere e condividere il loro disagio, e chiedere a gran voce i soldi che devono avere nelle tasche. Una protesta che non ha interferito con le cure agli anziani.

Protesta dipendenti casa di riposo di Riccione

"La struttura è gestita dalla cooperativa Sollievo - continua Fabbri - ha sede a Roma e a Bologna. Stiamo continuando a sollecitarli, ma non ci rispondono. Al personale non vengono neanche fornite le divise, se le devono comprare, e mancano diversi prodotti. Queste persone continuano a lavorare per il bene degli anziani, ma non ne possono più, sono allo stremo delle forze. Non sanno più come fare, c'è chi mi racconta di passare da un'altra strada per non incontrare il proprietario di casa perché non ci sono i soldi per l'affitto, c'è chi ha figli e inizia a non sapere più cosa mettere sulla tavola. Abbiamo indetto uno stato di agitazione e continueremo, i lavoratori chiedono a gran voce di poter continuare nella loro attività e di ricevere quanto gli spetta. Stiamo parlando di stipendi di poco più di mille euro. Chi gestisce non ha neanche l'umilità di dire che mancano i soldi, di sedersi a un tavolo e provare a trovare una soluzione. Anzi, due mesi fa è stata assunta un'altra persona, tenuta all'oscuro di quanto stava accadendo. Sicuramente ci sentiremo dire che li vogliamo fare chiudere, ma le cose non stanno così. Andiamo avanti e non ci fermiano".

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