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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Rifiuti, l’Emilia-Romagna tra le regioni che ne produce di più

E’ quanto emerge dal Report Rifiuti 2012, realizzato da Regione Emilia-Romagna e Arpa e presentato dall’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda.

Cala la produzione dei rifiuti in Emilia-Romagna: del 3,5% nel 2011 e addirittura del 5% nel primo semestre del 2102: un dato in controtendenza rispetto agli anni precedenti, da ricondurre in parte alla contrazione dei consumi legata alla crisi economica, ma anche a stili di vita più attenti e consapevoli. E’ quanto emerge dal Report Rifiuti 2012, realizzato da Regione Emilia-Romagna e Arpa e presentato dall’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda.

Il Rapporto conferma invece gli altri indicatori principali. In particolare la crescita della raccolta differenziata che nel 2011 ha toccato il 52,9% (1 milione 587 mila tonnellate, pari a 356 kg per abitante), con un aumento del 2,5% rispetto al 2010 e la diminuzione del conferimento in discarica: il 16,7% del totale (-1,7% rispetto al 2010). Sostanzialmente stabile il ricorso agli impianti di incenerimento, che riguarda il 24,9% dei rifiuti urbani (-0,1%) e la produzione dei rifiuti speciali (-0,7% nel 2010 - ultimo dato disponibile - rispetto al 2009). La quasi totalità dei rifiuti differenziati viene avviata a recupero con percentuali che oscillano tra il 77% per la plastica e il 98% per legno e metalli.

I dati del Report Rifiuti fotografano dunque una situazione complessivamente positiva in linea con le indicazioni che arrivano dalla Ue e che indicano nel conferimento in discarica un’opzione sempre più residuale: dal 2001 al 2011 questo dato è passato dal 51% ad appunto il 16,7%. Nello stesso arco di tempo il ricorso all’incenerimento è passato dal 16% al 24,9%.

Resta, problematico, il dato sulla produzione dei rifiuti. Nonostante la decisa diminuzione riscontrata nel 2011 e nei primi mesi del 2012, l’Emilia-Romagna continua ad essere uno dei territori che produce più rifiuti (673 kg per abitante contro un una media nazionale di 533 kg), un dato questo che va tuttavia letto considerando la scelta della Regione di “assimilare” ai rifiuti urbani i rifiuti speciali provenienti dalle attività commerciali e dal terziario (circa il 9%).

Tra i temi che saranno affrontati dal Piano regionale dei rifiuti attualmente in corso di definizione e che a regime prenderà il posto degli attuali nove Piani provinciali - ha spiegato Freda – “ci sarà anche quello dell’assimilazione per individuare criteri più omogenei a livello regionale. Vogliamo inoltre migliorare i criteri di raccolta differenziata per alcune frazioni di rifiuti urbani che presentano oggi ampi margini di miglioramento, come la plastica.” 

Più in generale, l’Assessore ha sottolineato che “il primo Piano regionale dei rifiuti riserverà particolare attenzione ai Comuni capoluogo perché in essi si concentra la quota maggiore di popolazione, ma anche le dinamiche sociali ed economiche più complesse. Le città per noi sono un campo d’azione fondamentale per tutte le politiche ambientali”. E proprio parlando di città e raccolta differenziata Freda  ha detto: “occorre che i gestori mettano in atto azioni mirate perché non tutto va bene allo stesso modo ovunque. Ci aspettiamo che con l’avvio della raccolta porta a porta  nel centro di Bologna la raccolta differenziata migliori anche nel  comune capoluogo dove oggi è attestata al 35%.”

I dati a livello provinciale
La produzione e gestione dei rifiuti urbani presenta differenze significative a livello territoriale. Per quanto riguarda la produzione, su un totale regionale di oltre 3.002.771 tonnellate, si va dalle 561.884 della provincia di Bologna alle 191.469 di quella di Piacenza, mentre per la raccolta differenziata le percentuali massime e minime sono comprese tra il 60,6% della provincia di Reggio Emilia e il 42,3% di quella di Bologna. Il dato della raccolta differenziata varia significativamente anche a livello di singoli Comuni, con oltre 50 realtà (prevalentemente di piccole dimensioni) che superano il 65% di raccolta differenziata, con punte superiori anche all’80%.  Considerando i rifiuti indifferenziati, Piacenza è la provincia in cui incenerimento e discarica appaiono più polarizzati (98% e 0% rispettivamente), seguita da Ferrara (83% e 1%). Le province in cui il ricorso alla discarica è significativamente più alto rispetto all’incenerimento sono Reggio Emilia (67% e 33%) e Ravenna (53% e 20%). 

La raccolta dei rifiuti urbani e il sistema impiantistico
Cresce il porta a porta. Nel 2011 questa modalità di raccolta differenziata si è attestata sul 14% contro l’11% del 2010, con risultati significativi in particolare nelle province di Parma, Piacenza e Rimini. Il sistema di raccolta ancora più diffuso è tuttavia quello tradizionale dei contenitori stradali, con il quale si intercetta il 33% dei rifiuti differenziati, mentre il 30% confluisce nei 368 Centri di raccolta presenti in Emilia-Romagna. Infine altre modalità   “su chiamata” o “prenotazione” da parte del cittadino, attraverso contenitori specifici destinati ad esempio ai farmaci scaduti e alle pile, oppure avviate direttamente dai produttori permettono di intercettare il rimanente 23% di raccolta differenziata.
I rifiuti indifferenziati residui trovano collocazione in un sistema impiantistico articolato che può contare su 9 impianti di trattamento meccanico-biologico, 8 inceneritori con recupero energetico, 16 discariche controllate.

I rifiuti speciali
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali che provengono dal settore industriale agricolo e artigianale e che costituiscono il 77% dei rifiuti complessivamente prodotti in Emilia-Romagna, il dato più recente, relativo al 2010, indica una produzione sostanzialmente stabile rispetto al 2009 di 10.420.669 tonnellate. Si tratta in gran parte di rifiuti speciali non pericolosi (91%).
Considerando i rifiuti speciali gestiti (12.735.692 tonnellate) nel 2010 ha subito una riduzione la quota avviata a recupero (-3,4%) e un incremento quella avviata a smaltimento (+3,6%). Anche i rifiuti gestiti sono in gran parte non pericolosi (94%). Gli impianti per il trattamento dei rifiuti speciali sono in Emilia-Romagna 1.200. 
Le regioni da cui provengono per la maggior parte i rifiuti speciali in ingresso e in uscita in Emilia-Romagna (il settore è soggetto al libero mercato) sono Lombardia e Veneto. I flussi in entrata superano comunque quelli in uscita (60 e 40%). 

Verso il Piano regionale nei rifiuti   
La Regione sta lavorando, attraverso un articolato confronto con le Istituzioni, i gestori, le imprese di recupero, le associazioni che operano nel settore, alla definizione del primo Piano regionale per la gestione dei rifiuti che, a regime, dovrà prendere il posto degli attuali nove Piani provinciali. L’obiettivo è di indirizzare il sistema verso una maggiore sostenibilità complessiva, in linea con la gerarchia individuata dall’Europa che pone al primo posto la prevenzione della produzione di rifiuti, seguita dal recupero di materia e, solo secondariamente, dal recupero energetico, lasciando lo smaltimento in discarica come ultima opzione. Traguardi questi che la Regione sta peraltro già perseguendo da alcuni anni, grazie alla risorse del Piano di azione ambientale regionale: oltre 5,6 milioni di euro nel triennio 2011-2013 (investimenti per 11 milioni) che puntano in particolare a sostenere la realizzazione di centri per il riuso, il potenziamento della raccolta differenziata, il completamento della rete regionale dei Centri di raccolta./

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