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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Accordo tra la Terapia Intensiva Neonatale e le associazioni riminesi

Nel corso dell'ultimo anno è stata prestata assistenza a più di 800 neonati di cui 65 di peso inferiore al chilo e mezzo

Si è svolta martedì mattina, presso reparto di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, una conferenza stampa in cui è stata presentata una convenzione, stipulata tra l’associazione “La Prima
Coccola” Onlus e l’Associazone Albergatori (Aia) di Rimini, per facilitare la vicinanza dei famigliari ai neonati prematuri ricoverati in TIN, specialmente per quelli che vengono da fuori Rimini. Erano presenti la presidente della Onlus Valentina Rossi, il direttore dell’Aia Antonio Guarini e alcuni dei titolari di strutture che hanno aderito, il direttore della TIN dottoressa Gina Ancora e il dottor Gianfranco Cicchetti in rappresentanza della Direzione Sanitaria.

La Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale di Rimini, nel corso dell’ultimo anno ha prestato assistenza a più di 800 neonati di cui 65 di peso inferiore al chilo e mezzo. Si tratta di una assistenza intensiva che si colloca, come volume e come complessità, a livello dei primi 3 centri TIN in Emilia-Romagna. Al passo con le più recenti conoscenze scientifiche in ambito di assistenza al neonato pretermine, la TIN di Rimini si preoccupa di affiancare, nella cura ai piccoli pazienti, i supporti tecnologici più avanzati alla presenza costante della famiglia vicino al
proprio bimbo ricoverato. Negli ultimi anni infatti si è resa sempre più evidente, dal punto di vista scientifico, la correlazione tra un regolare sviluppo neurologico e psicologico dei bambini ricoverati in TIN e lo stato emotivo dei genitori oltre che la relazione che essi stabiliscono con il bambino stesso.

Anche a seguito di tali evidenze, l’Unità Operativa TIN di Rimini ha in corso un progetto di miglioramento mirato a raggiungere un accreditamento professionale internazionale riguardo l’assistenza individualizzata al neonato e alla sua famiglia (NIDCAP). Tra i vari aspetti di questa assistenza qualificata c’è la richiesta di spazi nel reparto, o in stretta vicinanza, dove le mamme possano pernottare,  consumare il vitto, incontrarsi tra loro. E’ inoltre
raccomandato che l’alloggio di tutta la famiglia dei bambini ricoverati in ospedale, per tutta la durata del ricovero del bambino, possa essere organizzato in alberghi designati o in strutture residenziali per le famiglie. Va precisato che per la mamma è già organizzata un’ospitalità in ospedale, ma anche gli altri membri della famiglia sono importanti. E il tutto è particolarmente importante per le famiglie che scelgono la TIN di Rimini per l'assistenza ai propri piccoli  prematuri, visto che circa la metà di esse proviene da fuori provincia o addirittura da fuori regione.

Nel 2015, 38 famiglie, di cui 29 provenienti da fuori regione, sono rimaste lontane dalle proprie case e dai propri cari, per periodi di 2-3 mesi, per potere rimanere accanto al piccolo ricoverato.  Allo scopo di agevolare il soggiorno di queste famiglie, l’associazione di genitori “La prima coccola” e l’Associazione Albergatori (AIA) di Rimini, hanno messo in atto una convenzione con hotel e residence per dare alloggio alle famiglie dei piccoli degenti. Sono stati individuati hotel che avessero le caratteristiche della prossimità all’ospedale e la possibilità di offrire servizi dedicati tra cui: trasporto da e per l'ospedale (biciclette, navetta), colazione anticipata o cena in camera in tarda serata per darela possibilità ai genitori di seguire i ritmi del bambino. La richiesta di prenotazione sarà  a cura degli operatori della TIN per agevolare i genitori e sollevarli da preoccupazione nel delicato periodo di ricovero del proprio piccolo in terapia intensiva. Nove i titolari di strutture che hanno aderito, due residence e sette hotel, tutti situati nel giro di poche centinaia di metri dall’ospedale.

“Questa caratteristica era importante – come sottolineato da Guarini – per andare incontro alle famiglie. L’attenzione a questi elementi è stata studiata insieme all’associazione. Ringrazio le strutture aderenti per la
propria sensibilità. La nostra è l’associazione alberghiera più grande d’Italia e speriamo, su questo aspetto di rappresentare anche un esempio per altri territori. Per noi il rapporto con le famiglie e col nostro territorio è molto importante, perciò ho trovato, tra gli associati, una grande sensibilità, fin da subito, su questo progetto”. Uno di essi, presente alla conferenza, ha aggiunto che “il nostro turismo nasce sulla base dell’ospitalità: residenti che aprivano la loro casa ai villeggianti. Questo progetto si rifà a quello spirito”.

La dottoressa Ancora ha evidenziato che “la deprivazione della vicinanza  dei famigliari per un bimbo prematuro provoca un grande stress che si può correlare a maggiori difficoltà in fase di studio, e che poi si ripercuote
sull’intera famiglia. Questo progetto aiuta dunque a fare prevenzione ed ha un forte spirito sociale. Siamo convinti che avrà ripercussioni positive significative sul benessere dei bimbi”. Anche perché “una forte vicinanza delle mamme ai bimbi aiuta ad incentivare l’allattamento al seno, e nel giro di pochi anni la percentuale dei neonati di meno di un chilo e mezzo dimessi con allattamento esclusivamente al seno è raddoppiata passando dal 35 al 70 per cento, una percentuale davvero importante”.

Parole alle quali hanno fatto eco quelle di Valentina Rossi, presidente de “La Prima Coccola”, nonché “mamma prematura” come si è definita: “Non vi è dubbio che i bimbi prematuri hanno bisogno dei propri genitori, e di
entrambi i genitori, vicini. Ma anche i genitori hanno bisogno di stare vicino ai propri figli. Io l’ho sperimentato, e nonostante siano passati quattro anni sento ancora il reparto come un pezzo della mia famiglia. Qui siamo stati aiutati in tutto. Noi siamo di questo territorio, e quando vedevamo che alcuni papà non si fermavano qui, magari solo per un problema di costi, ci dispiaceva. Così è nata questa idea. Un’idea per dare speranza”.

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