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Cronaca

Capossela sceglie il Galli per il debutto del nuovo tour teatrale "Ballate per uomini e bestie"

L'artista dopo i festeggiamenti per i 400 anni della biblioteca Gambalunga torna sul palco con il suo canzoniere fatto di creature magiche, mostri e fate

Un "assaggio" lo ha dato la sera del 23 aprile, in occasione dei festeggiamenti per i 400 anni della Biblioteca Gambalunga. Al teatro degli Atti, accompagnato dallo storico Piero Meldini e dal semiologo Paolo Fabbri, Vinicio Capossela ha sfogliato, tra racconti e musica, il suo "canzoniere" fatto di mostri, cavalieri e fate. E, adesso, arriva il nuovo tour teatrale, che segue l'uscita del disco "Ballate per uomini e bestie", lanciato il 17 maggio. L'artista ha scelto Rimini per la partenza della tournée e il 6 ottobre debutta al teatro Galli.

Biblioteca Gambalunga, 400 anni tra mostri e ironia

Presentato dall’autore come “Un cantico per tutte le creature, per la molteplicità, per la frattura tra le specie e tra uomo e natura”, il nuovo disco, l'undicesimo in studio, è stato anticipato dall'uscita del brano “Il Povero Cristo” accompagnato da un videoclip scritto da Vinicio Capossela e Miriam Rizzo, per la regia di Daniele Ciprì che firma anche la fotografia. Il video è stato girato a Riace e gli interpreti sono Enrique Iatzoqui, il celebre Gesù de “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, Marcello Fonte, palma d’oro a Cannes nel 2018 per Dogman e Rossella Brescia. “Ballate per uomini e bestie” è un’opera di grande forza espressiva che guarda alle pestilenze del presente travolto dalla corruzione del linguaggio, dal neoliberismo, dalla violenza e dal saccheggio della natura. In un’epoca in cui il mondo occidentale sembra affrontare un nuovo medioevo inteso come sfiducia nella cultura e nel sapere e smarrimento del senso del sacro, Capossela sceglie di pubblicare un canzoniere che, evocando un medioevo fantastico fatto di bestie estinte, creature magiche, cavalieri erranti, fate e santi, mette in mostra le similitudini e il senso di attualità che lo legano profondamente alle cronache dell’oggi.

Il racconto e il canto divengono strumento per tentare un riavvicinamento al sacro e alle bestie, indispensabile punto di accesso al mistero della natura, anche umana. La forma scelta da Capossela per questa sua nuova impresa artistica è quella della ballata. Prende il caos delle parole in libertà, le riduce a storia e le compone nel fluire di strofe. Tra i quattordici brani che compongono l’album non mancano poi canzoni ispirate alla grande letteratura, da testi medievali alle opere di poeti amati come Oscar Wilde e John Keats. Scritto, composto e prodotto da Capossela, l'album è stato registrato nell’arco di due anni tra Milano, Montecanto (Irpinia) e Sofia (Bulgaria) da Taketo Gohara e Niccolò Fornabaio, e si avvale della collaborazione di musicisti prestigiosi come
Massimo Zamboni, Teho Teardo, Marc Ribot, Daniele Sepe, Jim White. Capossela in questi giorni sta tenendo dei brevi tour instore in Italia e in estate sarà protagonista in giro per la Penisola di una serie di concerti-atti unici concepiti per luoghi specifici, per poi partire in autunno alla volta dei più importanti teatri classici.

 

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