Gli investigatori della squadra Mobile di Rimini hanno lavorato per tutta la mattinata sulle sponde del lago Pascoli dove, nel pomeriggio di giovedì, un 30enne è stato massacrato da alcuni sconosciuti che sono poi fuggiti lasciandolo a terra esanime. Ad essere gravemente ferito per almeno due colpi che lo hanno raggiunto al capo è Enrico Zani, socio della società che gestisce lo specchio d'acqua per la pesca sportiva, tutt'ora ricoverato in gravi condizioni al "Bufalini" di Cesena dove i medici si sono riservati la prognosi dopo un'operazione alla testa e, al momento, è ancora in pericolo di vita. Un'aggressione in piena regola che, tuttavia, presenta aspetti inquietanti per la modalità con cui è stata commessa e, al momento, non ci sarebbero nè testimoni nè elementi utili per riuscire a risalire agli autori.

Il giallo del lago Pascoli

"Mio figlio forse ha visto qualcosa che non doveva - ha raccontato il padre Renzo sconvolto per quanto successo. - Non riesco a capacitarmi per l'accaduto: giovedì pomeriggio, verso le 16.30, mi trovavo nel chiosco mentre, Enrico, era a pescare nonostante la piogga. E' stato a quel punto che è arrivata una vettura di colore scuro, forse un'Alfa Romeo, che è entrata e ha parcheggiato sulla sponda del lago. Quel veicolo non aveva nessun motivo per essere li e, da lontano, ho visto mio figlio che si è incamminato nella sua direzione. Credo che abbia detto qualcosa agli occupanti dell'auto, almeno 3, per poi allontanarsi nuovamente in direzione della sua postazione di pesca. Io sono rientrato, non preoccupandomi della faccenda, ma poco dopo ho visto nuovamente l'Alfa che si allontanava a tutta velocità. Mi sono preoccupato non vedendo Enrico e mi sono incamminato verso la sua direzione ma, arrivato sul posto, ho sentito il cane abbaiare e, riverso a terra in un lago di sangue, ho visto il suo corpo e ho dato l'allarme. Molto probabilmente lo hanno aggredito alle spalle".