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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Gregge attaccato dai lupi nell'entroterra riminese, è strage di animali

Ferito anche il cane da guardia, l'allarme di Coldiretti che chiede soluzioni per porre fine alla mattanza

 Otto capi dilaniati, alcuni feriti e altri 15 dispersi. Questo il pesante bilancio dell’ennesimo attacco da parte di lupi avvenuto nei giorni scorsi nel riminese. Vittima dell’assalto del branco il gregge di pecore dell’azienda agricola La Pecora Nera di Marco Orrù situata a Mulazzano, frazione sulle prime colline di Coriano, a ridosso della pianura e dei centri abitati, quindi a pochi chilometri dalla costa. L’episodio, culminato anche con il ferimento del cane di proprietà dell’imprenditore agricolo, un pastore maremmano dedito alla guardia delle pecore al pascolo, è stato immediatamente denunciato dal titolare ed è stato oggetto di ricognizione da parte del veterinario Ausl secondo il quale, alla luce dei risultati della prima autopsia, delle modalità dell’attacco e in particolare delle ferite inferte agli animali, non sussistono dubbi sul fatto che ad agire siano stati lupi. Lo stesso allevatore, peraltro, aveva denunciato in passato la presenza in zona di un branco formato da almeno 7 lupi.

“Come abbiamo più volte denunciato – afferma il Presidente Coldiretti Rimini Giuseppe Salvioli – siamo dinanzi ad un problema serio, ormai una vera e propria emergenza cronica frutto di una gestione della fauna selvatica, comprese le specie protette, a dir poco inefficiente. Agricoltori e allevatori – aggiunge Salvioli – oltre a dover fare la conta dei danni diretti, ossia gli animali uccisi, subiscono infatti anche pesanti perdite economiche indirette per i quali non è prevista alcuna forma di indennizzo”. In seguito agli attacchi da lupi, infatti, ci sono le pecore che si disperdono e quelle che pur sopravvivendo sono ferite e necessitano di cure veterinarie, altre abortiscono e perdono gli agnelli, in generale lo stress subito dagli animali causa drastiche riduzioni della produzione di latte con importanti danni commerciali perché gli allevatori non riescono a mantenere gli impegni di fornitura con i clienti. “I risarcimenti – afferma Salvioli – devono quindi essere congrui rispetto al valore complessivo dei danni subiti perché i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, ma il dovuto sostegno a chi deve ricostituire una azienda compromessa da fattori esterni, come i lupi o cani selvatici che in condizioni normali non dovrebbero potersi spingere fino al recinto di una mandria o di un gregge, tantomeno in una zona così vicina ai centri abitati”.

Ma risarcimenti a parte, Coldiretti ricorda la recente ‘bocciatura’ del ‘Piano nazionale di gestione e conservazione del lupo’ presentato dal Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti con la validazione di ben 70 scienziati e bloccato con un dietrofront unanime dei presidenti delle Regioni su richiesta del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini sollecitato dagli ambientalisti e afferma: “Gli allevatori hanno diritto di essere tutelati perché, insieme agli equilibri di un ecosistema naturale sostenibile e fruibile, bisogna salvaguardare anche quelle attività produttive ed economiche che con la loro presenza garantiscono la sopravvivenza di territori ‘difficili’ come quelli collinari e montani”.

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