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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

L'imprenditore confessa in aula: "Quei 140 chili di hashish sono i miei"

Accusato di traffico internazionale di droga, il 37enne originario di Milano ma residente da anni a Rimini, era stato arrestato nel novembre del 2012 nei pressi del casello dell'A14. Per l'accusa, l'uomo intratteneva legami con Marco Zinnanti per lo spaccio di stupefacenti

Secondo l'accusa, di droga ne muoveva a quintali, al punto che in un’intercettazione, implora il suo interlocutore di portargliene di meno “sennò mi ingolfa”. Di hashish, il milanese 38enne domiciliato a Rimini, inondava la riviera romagnola. E quando la squadra Mobile lo ha arrestato con le mani nel sacco insieme a tre complici, il 16 novembre del 2012, la bilancia della polizia si è fermata a 138 chili. Nel cofano della Citroen C5 parcheggiata in un casolare abbandonato vicino al casello di Rimini nord, la polizia aveva trovato la bellezza di 1200 panetti di hashish del peso di un etto ciascuno contraddistinti dalla scritta “Axa” mentre altri 200 panetti, sempre di un etto ciascuno, riportavano la marca “king”. Giovedì mattina, nell'aula del tribunale di Rimini dove deve rispondere di traffico internazionale di stupefacenti, il 38enne ha deciso di vuotare il sacco e, almeno per l'episodio che lo ha visto finire in manette insieme a due fratelli francesi e un corriere spagnolo​, ha confessato attribuendosi la paternità di quei chili di hashish. Il processo riprenderà il prossimo 27 febbraio quando verrà chiamato a deporre il corriere spagnolo. L'imprenditore, secondo le accuse gli inquirenti, sarebbe a capo di un'organizzazione che riforniva di droga gli spacciatori locali. La polizia sarebbe risalita a lui nell'ambito delle indagini su Marco Zinnanti, il giovane che ha ucciso un taxista a Covignano.​

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