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Cronaca

Integrazione scolastica fra gli alunni stranieri e quelli italiani

"Una integrazione reale - è il commento di Gloria Lisi, Vicesindaco del Comune di Rimini con delega alla protezione sociale - passa da progetti come questi"

Sono 321 gli alunni coinvolti, 11 scuole elementari e medie, 42 volontari impegnati per 1.223 ore. Questi i numeri che riassumono il progetto “integrazione a scuola”, attivo dal settembre 2015 al settembre 2016. Il progetto ha riguardato una serie di attività integrative extrascolastiche pomeridiane (come il doposcuola, aiuto compiti, tutoraggio, attività ludico didattiche interculturali), realizzate in collaborazione con gli Istituti scolastici con obiettivi didattici e di socializzazione fra allievi stranieri ed italiani nella fascia dell’obbligo scolastico e formativo. Inoltre sono stati attivati laboratori di sensibilizzazione e valorizzazione delle differenti culture e interventi formativi e informativi con insegnanti e genitori.

Per gli alunni si è trattato in particolare di intervenire sul potenziamento della lingua italiana, soprattutto per quei nuclei famigliari di recente arrivo, lavorando già nel periodo prescolastico. Il piccolo va aiutato e sostenuto sia nella comprensione e conoscenza della lingua sia in quella del contesto culturale di accoglienza. Il sostegno pomeridiano all’attività didattica e alla socializzazione è invece stato utile anche per alunni con famiglie già integrate e per quelle dei ragazzi italiani che studiano a scuola insieme a loro.

“Una integrazione reale – è il commento di Gloria Lisi, Vicesindaco del Comune di Rimini con delega alla protezione sociale -  passa da progetti come questi. Il concetto da cui si è partiti è che non possiamo lasciare l’alunno solo di fronte ad un compito a volte più grande delle proprie possibilità, ma va accompagnato insieme a tutta la sua famiglia e al contesto sociale, culturale ed educativo che lo circonda. Questa è la nostra idea di integrazione. Qualcosa di normale, ma che ogni giorno incide concretamente nelle vite delle famiglie riminesi e di quelle di immigrati che condividono scuole, amicizie pomeridiane, attività di ricreative. Questo significa parlare di qualità dell’integrazione e non solo di quantità nell’accoglienza, nelle scuole e insieme alle famiglie”. 

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