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Cronaca

Lavoratori in nero nell'azienda tessile gestita da cittadini cinesi

Blitz della Guardia di Finanza in un capannone industriale nei pressi del Gors di Rimini. Beccati a confezionare jeans, magliette e abiti sia da donna che da uomo e ad apporre le etichette di una importante griffe del territorio

La Guardia di Finanza di Rimini, nell’ambito della lotta al lavoro nero, ha individuato 6 lavoratori di nazionalità cinese impiegati irregolarmente all’interno di un capannone industriale nelle vicinanze del Gros di Rimini. Le Fiamme Gialle sono arrivate all'azienda, gestita da un cittadino della Repubblica Popolare Cinese, in seguito a una serie di indagini mirate all'uomo che operava nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento​. Quest’ultimo aveva messo in piedi uno stabilimento di produzione apparso sin da subito sospetto ai militari poiché si presentava assolutamente privo di insegne ed aveva le finestre completamente oscurate, probabilmente per mascherare l’operatività della struttura. I finanzieri, invece, appostati nelle vicinanze sin dalle prime ore dell’alba di venerdì, avevano notato che diverse persone, tutte di origine cinese, si aggiravano nei pressi dello stabilimento. Quando il personale della Finanza è entrato nella struttura ha scoperto 6 dipendenti intenti a confezionare jeans, magliette e abiti sia da donna che da uomo e ad apporre le etichette di una nota azienda di moda riminese. Dall’analisi di queste ultime e dal riscontro della documentazione contabile rinvenuta ed acquisita, è stato rilevato che la ditta cinese aveva come clienti alcune grandi imprese del territorio riminese, che avrebbero poi distribuito i capi prodotti a livello nazionale.

Pur essendo stato riscontrato che non vi era evasione fiscale, e che tutta la merce veniva tutta fatturata, la manodopera in nero consentiva di posizionarsi nel mercato con un prezzo nettamente favorevole e competitivo rispetto al mercato regolare. I militari, a seguito delle interviste ai lavoratori, hanno infatti constatato l’assenza delle preventive comunicazioni di instaurazione del rapporto di lavoro al centro per l’impiego di Rimini, per tutti i lavoratori scoperti, procedendo quindi all’irrogazione di sanzioni amministrative per oltre 26 mila euro. Allo stesso tempo proponevano alla Direzione Territoriale del Lavoro di Rimini la sospensione della licenza. Al fine di evitare l’inevitabile chiusura dello stabilimento, il titolare ha preferito pagare l’intero importo della sanzione inflittagli e assumere formalmente gli operai.

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