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Cronaca

Agli arresti domiciliari, continuava a gestire la rete di spacciatori

Nuova tornata di arresti da parte dei carabinieri nell'ambito dell'operazione Ceres. Gli arrestati inondavano la Riviera, la provincia di Forlì-Cesena e Ravenna di hashish. Tra gli acquirenti, giovanissimi e insospettabili

Ultimo atto dell'Operazione Ceres, portata avanti dai carabinieri di Rimini, che all'alba di lunedì ha visto i militari dell'Arma eseguire 5 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti personaggi implicati nello spaccio di sostanze stupefacenti in tutta la Riviera. Le porte del carcere dei "Casetti" si sono aperte per un marocchino 26enne e per un riminese 33enne mentre è stato imposto l'obbligo di dimora con divieto di uscire nelle ore notturne per un romeno 26enne, un faentino 30enne e un riminese 29enne tutti già noti alle forze dell'ordine in quanto già indagati nelle due precedenti operazioni "Ceres". In particolare, il 33enne, nonostante fosse agli arresti domiciliari e poi affidato in prova ai servizi sociali, continuava a gestire un'ampia rete di spaccio. Secondo quanto è emerso dalle intercettazioni telefoniche, inoltre, il 33enne sentendosi solo durante la sua permanenza ai domiciliari, invitava presso la sua abitazione vari consumatori ai quali offriva addirittura ospitalità per consumare gli stupefacenti. L'altro personaggio di spicco della bande era il romeno 26enne, vero e proprio punto di riferimento riminese per i pusher di hashish e in grado di vendere alla rete di nordafricani ai quali si affidava per lo spaccio in strada panetti da un etto di droga. Oltre ai 5 indagati dai carabinieri, sono finiti nel mirino dell'Arma una 20ina di persone, tutte residenti nelle provincie di Forlì-Cesena e Ravenna, che figurano come acquirenti di droga dal gruppo riminese.

Operazione Ceres 3

 

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