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Cronaca

Parrucchieri pronti a riaprire: "Saremo dei chirurghi con guanti e mascherina". Le nuove regole

Lunedì i parrucchieri tornano in negozio ma le perdite hanno inciso: "Tanti resteranno chiusi e in questi mesi è dilagato l'abusivismo nelle case"

“Siamo contenti di riaprire però c’è un dato di fatto: il 30% dei parrucchieri a livello sia nazionale che regionale è al collasso, non riaprirà”. Paolo Lo Gioco, presidente provinciale dei parrucchieri di Confartigianato, tira un sospiro di sollievo per la riapertura anticipata dei parrucchieri al 18 maggio anziché il 1 giugno anche se preoccupato per la crisi che ha colpito il settore. “Per molti parrucchieri tre mesi di chiusura sono stati una batosta perché gli aiuti non ci sono stati. Personalmente ho ricevuto solo 600 euro e sono tra i fortunati. Ovviamente se ci sarà un’altra richiusura ci sarà il tracollo definitivo perché le persone non possono andare avanti in questa situazione”.

La piaga dell'abusivismo

Non solo preoccupazione per la chiusura di molti parrucchieri, Lo Gioco evidenzia, anche, il grande problema dell’abusivismo: “Purtroppo è aumentato in maniera esponenziale. Molti ex dipendenti di parrucchieri che hanno chiuso, ma anche professionisti con partita iva, vanno nelle case dei clienti con tutti i rischi del caso. Qualcuno è stato scoperto, ma tanti altri no. A confermarlo anche i rivenditori di prodotti al dettaglio della zona con cui ho parlato mi hanno riferito di aver venduto molti prodotti per capelli a persone che andavano nelle case dei clienti. Anch’io ho avuto moltissime richieste, ma ovviamente la risposta è stata no per questioni di legalità e sicurezza".

E la sicurezza sarà la parola d’ordine di questa riapertura. Il 18 maggio le porte dei parrucchieri si apriranno nel rispetto del protocollo disposto dal Governo e dal Ministero della Sanità per continuare a fronteggiare la diffusione del Coronavirus.

Nuove misure

"Da lunedì apriamo seguendo il protocollo che abbiamo redatto con Confartigianato a livello nazionale. Le clienti potranno venire solo ed esclusivamente su appuntamento, dovranno avere tra loro due metri distanza, indossare la mascherina. Questo significa che in base alla grandezza del negozio il numero di clienti sarà limitato. Per esempio un negozio di 30 metri potrà occuparsi di due persone, uno di 80 metri ne potrà contenere un po’ di più. Mentre prima in una giornata venivano una ventina di clienti, ora saranno la metà perché bisogna evitare l’assembramento, saranno eliminate le sale d’attesa e non si potrà leggere il giornale. Molti dipendenti, inoltre, dovranno fare doppi turni perché solo loro, nel caso siano 6-7, fanno assembramento. Questo è un dato di fatto".

In tanti saloni troveremo apparecchiature ad ozono, per una sanificazione costante e quotidiana degli ambienti. Ci faranno compagnia, tanti gel disinfettanti idro-alcolici. Di quelli che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi di emergenza sanitaria. Non dovremmo ancora farne a meno. E naturalmente guanti e mascherine.
“Quando una cliente entrerà nel negozio diventeremo dei chirurghi. Indosseremo guanti, doppia mascherina, quella chirurgica e quella rigida oppure occhiali protettivi, kimono e asciugamani tutto monouso”. 

I costi

Un adattamento alle nuove regole che comporta anche dei costi: “Ho investito 4mila euro. Ho comprato la sanificatrice all’ozono ed è stato un investimento di 1200 euro e altro materiale monouso nonostante già lo utilizzassi. Per esempio le mantelline monouso sono aumentate in modo esagerato, prima un pacco di guanti lo pagavi 7 euro adesso 15 euro, quindi più del doppio. Le mascherine le ho ordinate subito e all’inizio le ho pagate 1,50 euro l’una più iva. Quella a 60 centesimi si fa fatica a trovarle. Adesso ho trovato un fornitore e penso di averle. Però la reperibilità è molto difficoltosa, oltre alla mascherina il problema più grosso sono i guanti monouso, difficili da trovare. I parrucchieri si sono attrezzati prima, quando termineranno il problema saranno i riordini: quello che oggi paghi 10 euro domani lo paghi 15”.

Investimenti che hanno pesato sulla cassa venuta a mancare per tre mesi. “Siamo chiusi dall’8 marzo. Ho avuto una perdita del 40% di fatturato e quello non si recupera. Adesso riapriremo, ma i clienti verranno per fare una sola tinta, un solo taglio o piega, in tanti stanno vivendo difficoltà. I servizi persi non li vai a recuperare, ma dovremo fare pagare qualche euro in più di servizio covid, perché è tutto monouso".

Nonostante tutti i disagi i parrucchieri sono pronti per tornare a coccolare le loro clienti che hanno già telefonato per prenotare l’appuntamento. “La voglia di riaprire c’è, anche se la paura è tanta. Non ci sarà la fila delle clienti come si immagina perché oltre alla paura delle persone, mancano i soldi. Molta gente è a casa dal lavoro. Comunque i miei clienti sono contenti e hanno una gran voglia di tornare in negozio".
 

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