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Cronaca

Promette sesso virtuale su Facebook, tentativo di ricatto on line

Riminese 36enne evita per un soffio di finire nella rete dei malviventi riuscendo a smascherarli

A chi, utente di Facebook, non è mai capitato di ricevere all'improvviso la richiesta di amicizia da parte di un profilo che, quasi in tutto e per tutto, sembra ricondurre a una bella e giovane ragazza? Nulla di particolarmente strano se non che, dietro a quell'invito, si nasconde una insidiosa truffa che finirà con un ricatto in piena regola. Ad evitare per un soffio di finire nella rete dei malviventi è stato un 36enne riminese che, insospettito dalle modalità, è riuscito a smascherare gli autori del raggiro. "Sui giornali on line - spiega Tommaso (nome di fantasia) - si sente parlare spesso di questi tentativi di ricatto e, quando sul mio profilo Facebook è arrivata la richiesta di amicizia di una ragazza sconosciuta mi sono venuti parecchi sospetti". La pagina creata ad arte dai truffatori era quella di una tale "Angela Franzi" che, ufficialmente secondo quanto riportava il suo profilo, era una ragazza 26enne che aveva frequentato l'Università La Sapienza di Roma.

"La pagina Facebook - prosegue Tommaso - mi ha insospettito subito perchè era particolarmente scarna e, oltretutto, non avevamo nessun amico in comune. Ho accettato comunque l'amicizia e, dopo pochi minuti, chi c'era dall'altra parte della tastiera ha iniziato a chattare con me. Il secondo campanello d'allarme è arrivato dal modo di scrivere della 'ragazza' che, in un italiano un po' stentato, ha iniziato a farmi una serie di domande a raffica sulla mia vita privata continunando a insistere per sapere se mi trovavo da solo e, più che altro, non pareva nemmeno interessata alle risposte che le davo. L'ennesima prova che qualcosa non andava è stato quando mi ha chiesto che lavoro facevo e io, con la più assoluta naturalezza, le ho risposto che ero uno scrittore di biglietti per i biscotti della fortuna".

A questo punto, secondo il racconto del riminese, la presunta 26enne non ha battuto ciglio nonostante le risposte assurde e ha tentato di far scattare la seconda fase del tentativo di ricatto. "La conversazione ha iniziato a farsi infuocata - aggiunge la mancata vittima - e 'Angela' ha iniziato a fare allusioni piccanti sul suo lavoro di estetista a Roma aggiungendo di avere delle fantasie a luci rosse da soddisfare via web cam. L'obiettivo era oramai evidente: convincermi a fare del sesso virtuale, farmi spogliare davanti al computer e cercare di registrare il video per poi ricattarmi. A questo punto, grazie a un programma, sono riuscito ad individuare il suo indirizzo Ip che, invece di Roma, riportava a una connessione proveniente dall'est Europa mentre il profilo di 'Angela' risultava già essere l'autore di una serie di ricatti a luci rosse. Ho così deciso di accendere la web cam e, dall'altra parte, c'era una ragazza già nuda che mi ha invitato a fare lo stesso ma, quando le ho fatto notare tutte le incongruenze del suo racconto, è stata velocissima a bloccare la connessione e a sparire".

In passato il personale della polizia Postale di Rimini ha ricevuto diverse denunce da cittadini che si sono lasciati ingannare da una giovane avvenente che lavora per un'organizzazione criminale. L'addescatrice, infatti, attraverso la chat invita il malcapitatato ad una videochiamata sui social network, promettendo di mostrare il proprio corpo nudo. Una volta "agganciata" la vittima viene invitata a mostrasi a sua volta e a compiere atti di autoerotismo. Se la "preda" abbocca, le immagini vengono registrate e a quel punto scatta il ricatto. Vengono chiesti diverse centinaia di euro attraverso le ricariche Postepay, altrimenti la minaccia è di diffondere attraverso la rete le immagini. Gli indirizzi Ip e gli estremi delle Postepay, esaminati dalla polizia postale, rimandano sempre a paesi esteri, soprattutto dell'Est Europa, sui quali è purtroppo difficile intervenire. 

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