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Cronaca

Riti propiziatori ed esoterici ma era una truffa, maga riminese finisce a processo

Sfilati davanti al giudice i clienti della sedicente veggente che pagavano la donna per letture di tarocchi e cerimonie contro il malocchio

Sono oltre una trentina i clienti, e presunte vittime, che sono sfilati davanti al giudice monocratico del Tribunale di Rimini nel processo che vede una 40enne, sedicente maga, accusata di truffa vessatoria. La donna, già assurta agli onori delle cronache in quanto figlia di un altro veggente che operava nel riminese, era stata arrestata nel 2008 in seguito a un blitz della Guardia di Finanza che aveva aperto un indagine sulla donna in base alla segnalazione della figlia di una cliente. All'epoca, infatti, la giovane si era accorta di una serie di ammanchi dal conto corrente e, allo stesso tempo, aveva appreso che la madre era intenzionata a vendere la casa per pagare i servizi della veggente. Le Fiamme Gialle, nel corso dell'inchiesta, avevano scoperchiato un vero e proprio mondo parallelo fatto di decine e decine di clienti che si rivolgevano alla maga per avere un aiuto.

Nelle intercettazioni telefoniche, inoltre, erano emersi i modi subdoli della donna per estorcere denaro ai clienti in cambio di riti esoterici che, a suo dire, erano necessari per togliere il malocchio. La stessa anziana che ha permesso di avviare l'indagine, nonostante i suoi 70 anni, era stata convinta a scavare in una vigna, nel cuore della notte, per trovare una fantomatica radice con la quale togliere la maledizione che le era stata scagliata da un nipote. Dal canto suo, la maga si è sempre difesa sostenendo di essere a sua volta vittima di un presunto complotto perpetrato ai suoi danni dai figli di una delle persone che si rivolgevano a lei: l’avrebbero denunciata per entrare in possesso della casa in cui la cliente vive con una figlia handicappata. L’accusata aveva raccontato di aver scoperto anche che il marito della donna aveva abusato in passato di quella figlia e che da quella rivelazione era nata una sorta di amicizia tra le due donne. Con la sua attività tra l’altro, non di maga ma di semplice cartomante aveva spiegato ancora, non si sarebbe arricchita. 

Le presunte vittime, infatti, hanno raccontato al giudice di non essere mai state costrette a pagare per le prestazioni di veggente ma che, spontaneamente, versavano alla donna un obolo che andava da alcune decine fino a oltre 100 euro alla volta. Dopo l'arresto, infatti, il Tribunale aveva scarcerato la donna e modificato l'accusa da estorsione a truffa vessatoria.

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