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Cronaca

Scatena il caos contromano in A14, condannato per tentato omicidio

Aveva percorso 10 chilometri nella corsia opposta per cercare di sfuggire ai carabinieri che, durante l'inseguimento, avevano sparato alle ruote del fuggitivo

Quel tardo pomeriggio del 19 gennaio 2012 scatenò il panico lungo le strade riminesi quando, per sfuggire a un controllo dei carabinieri, un nomade 42enne si era immesso contromano sull'A14 al casello di Rimini nord. Ne era nato un folle inseguimento conclusosi, con tanto di sparatoria, in un campo nei pressi della Consolare per San Marino. Tutto era iniziato verso le 18.30 a San Vito quando il 42enne, per evitare la pattuglia dell'Arma, al volante della propria auto, una Fiat Marea, e con a bordo il figlio minorenne e un altro uomo, si era immesso contromano sull’autostrada in direzione nord. A un certo punto, però, aveva invertito la marcia dirigendosi, sulla stessa corsia, verso il casello di Rimini sud, dove era uscito, imboccando contromano la superstrada per San Marino. Ancora una inversione di marcia, con uno scontro con una Ford Fiesta guidata da un 34enne residente a Perugia che era rimasto ferito, riportando lesioni giudicate guaribili in dieci giorni.

Malgrado i danni riportati dalla Fiat Marea, il nomade aveva ripreso la fuga e sebbene bloccato da un’autoradio e da una vettura della Stazione di Miramare ha cercato di investire il capo equipaggio dell’autoradio, speronando l’autoradio della Stazione. Un carabiniere aveva esploso un colpo con la pistola d’ordinanza colpendo la ruota destra della Fiat Marea, che si era fermata definitivamente dopo circa 1 km. Il 42enne, il minore e l’altra persona avevano quindi abbandonato l’auto fuggendo nelle campagne circostanti. Con una battuta i carabinieri, supportati anche dai colleghi della Compagnia di Riccione, avevano bloccato il nomade che si era nascosto in un canneto a ridosso della statale. Addosso aveva 2.200 euro, in banconote di vario taglio, di cui non aveva saputo giustificare la provenienza e che furono sequestrati. Il 42enne venne quindi arrestato con le accuse di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, fuga ed omissione di soccorso a seguito di incidente stradale. Nella giornata di giovedì il nomade è stato condannato a 9 anni di reclusione, 12 quelli chiesti dal pubblico ministero.

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