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Cronaca

Tentò di violentare una ragazza in mezzo alla strada, identificato dopo 2 anni

Denunciato un riminese 41enne che, nel giugno del 2013, aggredì una 18enne che stava camminando lungo la Strada Consolare per San Marino

Dopo 2 anni di indagini, il personale della squadra Mobile di Rimini ha identificato e denunciato a piede libero l'autore del tentativo di stupro avvenuto nel giugno del 2013 sulla Consolare per San Marino. Il fattaccio venne consumato in pieno giorno ai danni di una ragazzina 18enne la quale, dopo aver cercato un impiego estivo nelle aziende di Cerasolo, si era incamminata a piedi lungo la Consolare. Una lunga camminata fino all’altezza del cimitero di guerra delle truppe Gurkha quando, all’improvviso, si era sentita afferrare da dietro da un uomo che, dopo averla afferrata in mezzo alle gambe, se la era caricata in spalla trascinandola in una stradina adiacente. Terrorizzata dal bruto, la 18enne aveva cercato in tutti i modi di divincolarsi dalla stretta del violentatore fino a quando, entrambi, persero l’equilibrio rovinando a terra. Nel parapiglia, la giovane era rimasta schiacciata sul selciato dal peso dell’uomo, che stava sopra di lei e si era già abbassato i pantaloni nel tentativo di usarle violenza.

Impazzita dalla paura, non riuscendo a scrollarsi di dosso l’uomo, la ragazza lo aveva graffiato pesantemente al volto. Col viso sanguinante, il violentatore decise di desistere e, mentre si riallacciava i pantaloni, aveva attraversato le quattro corsie della Consolare, scavalcato il guardrail, e salito a bordo di una vettura color grigio chiaro parcheggiata al margine della carreggiata in direzione di Rimini scappando a tutta velocità. L’attività investigativa degli uomini della Squadra Mobile, grazie all’esame di numeroso materiale videofotografico, ha permesso di accertare che un’autovettura Alfa Romeo 156 di colore grigio, diretta verso Rimini, era stata parcheggiata sul lato destro della consolare in una stradina laterale.

Nonostante i riscontri con il racconto della vittima, tuttavia, non si era potuto risalire all'intestatario dell'Alfa in quanto, la targa, non risultava visibile. L'indagine, tuttavia, è proseguita seguendo l'ipotesi che l'uomo potesse lavorare in zona e, nei giorni successivi, gli inquirenti hanno battuto la consolare in cerca della 156 fino a quando, dopo averla individuata, sono risaliti al nome del 46enne verificando, allo stesso tempo, la sua presenza nel luogo e nell'ora in cui la 18enne era stata aggredita.

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