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Cronaca

Turismo e incentivi, Gnassi su La7: "Servono zone blu economiche e una nuova strategia"

Il primo cittadino ha contattato il sindaco di Firenze per condividere la proposta da sottoporre al Governo. Gnassi dice anche no a spiagge ospedalizzate

Il sindaco Andrea Gnassi ha contatto lunedì il primo cittadino di Firenze Nardella per condividere la proposta da sottoporre al governo per l’istituzione delle “zone blu economiche” per i Comuni ad alta vocazione turistica e dunque fortemente penalizzati dall’attuale contesto internazionale. Con le zone blu si interverebbe sia sul fronte del sostegno ai bilanci dei Comuni sia dando alle amministrazioni strumenti per dare agevolazioni e incentivi, fiscali e non, alle imprese del settore turistico. Su questo e altri temi Gnassi è intervenuto martedì mattina in collegamento al programma di La7 l’aria che tira affrontando le difficoltà della stagione appena avviata.

La prima domanda però è stata sulla situazione politica nazionale e sulla tenuta dell’alleanza di governo alla luce delle recenti fibrillazioni all’interno del Movimento 5 Stelle: "Siamo immersi in un mondo nuovo dominato dalle dinamiche legate al Covid, ma ancor prima di arrivavamo da un’esperienza sui territori che ci insegna come siano i progetti che si hanno in testa che possono definire le allenanze, non altro. Certo, la legge elettorale favorisce certi meccanismi, ma la riconversione ambientale e sostenibile non può essere solo una retorica. Servono contenuti veri". Sostanza che a detta del sindaco manca agli Stati Generali in corso a Villa Pamphili, precisando: "Non è un attacco a Conte e ben vengano gli Stati Generali. Ma mi sembra manchi la sostanza. Se ti chiami Italia, sei un Paese a mollo nel Mediterraneo, è indispensabile avere una politica industriale del turismo per diventare leader nel mondo, superando l’approccio fai-da-te. Serve uno scatto di pensiero".

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Il sindaco ha quindi ricordato come vadano in questa direzione le recenti proposte del ministro Franceschini sulla infrastrutturazione ferroviaria del corridoio tirrenico e del corridoio adriatico dall’altro. "Se non ci mettiamo in testa che il turismo ha bisogno di una strategia, se non investiamo buona parte dei 170 miliardi di euro del Recovery Fund su una politica industriale del turismo, si salveranno i grandi e moriranno tanti piccoli".

Sulla stagione appena iniziata e sui dubbi se l’Italia pagherà il lockdown e l’immagine offerta a livello internazionale, quale primo e tra i paesi più colpiti, o se si pagherà in termini di diffidenza, Gnassi ha sottolineato come non si possa dare nulla per scontato. Il primo cittadino di Rimini ha ribadito che "prima bisogna uscire dal lockdown che abbiamo in testa, dalla paura alla leggerezza. Siamo stati i primi a chiudere anche perché volevamo essere i primi a uscire. Quindi se diamo l’idea di spiagge e patrimoni artistici ospedalizzati o alberghi pronti soccorsi, il sentiment della voglia di vacanza non si traduce in prenotazione. Rimini e l’Emilia Romagna le spiagge sono sicure perché abbiamo chiuso prima e non abbiamo il pronto soccorso in spiaggia, perché le nostre colline possono essere consumate, così come nel resto d’Italia, con quello spirito di bellezza che esprimono". Serve dunque "rigore e buon senso, sicurezza e sorriso. Noi in questo senso abbiamo abbiamo lanciato il progetto open space".

Parlando ancora di turismo e riflettendo su come debba essere ripensato questo settore, Gnassi ha chiosato: “Il Covid accelera il processo di qualificazione ambientale e sostenibile che le città che investono sul turismo devono fare. A Rimini se non ci fosse stato il Covid oggi avremmo già i primi chilometri di lungomare pedonalizzato, che si combina con l’investimento per il superamento degli scarichi fognari. Al turismo serve un pensiero per non ricadere in scorciatoie, come appunto le spiagge ospedalizzate o analisi negli alberghi. Credo che oggi ci sia una grande opportunità: ci sono 300 milioni tra recovery fun e mes, perché non facciamo come fatto per il Bando periferie, con una logica premiale per la riconversione dei distretti turistici maturi".  

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