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Cronaca

Ristoranti a portata di clic, ecco l’App per prenotare tavolo e menù: "Non potremmo permetterci più file"

L'idea di un'azienda riminese per prenotare tavoli e cena al ristorante va a ruba

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 sta cambiando drasticamente le abitudini e lo stile di vita delle persone. Non solo. Sta cambiando anche il modo in cui potremo andare a cena al ristorante o fare il check in e check out in albergo. L’azienda riminese Lasersoft ha anticipato i tempi creando tempo fa l’app Myselforder ma il terreno non era ancora fertile: "Negli ultimi anni avevamo visto che nei mercati esteri era diffuso l’uso da parte di utenti di applicazioni per ordinare in autonomia al ristorante. Quindi l’abbiamo portata in Italia pur sapendo che il periodo non era ancora maturo. Abbiamo comunque deciso di produrla convinti che prima o poi avrebbe avuto successo", spiega Antonio Piolanti, amministratore dell'azienda.
E il successo è arrivato con l’emergenza Covid che ha aumentato e velocizzato la diffusione dell’App. "Se prima vendevamo 15-20 pezzi all’anno oggi nel giro di due mesi ne abbiamo vendute 2.300".
La società riminese, è una realtà con 35 dipendenti e 4,5 milioni di fatturato con un +10% a marzo 2020. Da oltre trent’anni progetta e realizza software per il turismo ed oggi la sua App è uno strumento utile per salvare la ristorazione.
È un App che si scarica direttamente sul cellulare?
"Sì, semplice e veloce".
Come funziona?
"MySelfOrder è un sistema innovativo che consente ai clienti di ristoranti, pizzerie, bar, pub e fast food di ordinare da soli con il proprio smartphone o tablet. Il cliente scarica l’App, sceglie il ristorante, indica il tavolo dove è seduto se vuole consumare all’interno del locale, oppure l’indirizzo e l’orario per la consegna a domicilio o per il ritiro. A questo punto può concludere l’ordine pagando quanto ordinato con il proprio smartphone o tablet. Per evitare attese fuori dal locale il sistema manda un sms quando il tavolo o la prenotazione sono pronti".
E per gli esercenti?
"Ognuno si costruisce la sua App con il suo nome e la sua grafica e decide quali prodotti proporre nella vendita: prenotazione del tavolo, take way, delivery. Inoltre inserisce il proprio menù con la possibilità di filtrare i piatti che contengono prodotti di cui si è allergici". 
Risolve anche problematiche tipiche dei ristoranti?
"Sì. Una prima problematica è quella dei menù. In base alle caratteristiche indicate oggi dal Dpcm andrebbero sanificati continuamente. Invece ordinando dal telefono viene evitato il contatto. Inoltre nel locale si avranno meno persone che circolano quindi meno traffico perché i tavoli saranno molto distanziati. Si va ad ottimizzare la gestione del locale".
Secondo lei come cambierà il modo di andare al ristorante?
"Siamo abituati ad un modello di vita che non è già più presente e probabilmente non lo sarà mai più. Questo innescherà dei modelli diversi da quelli a cui eravamo abituati, anche il gestore dovrà cambiare modalità di lavorare. Se avevo un locale con 50 tavoli a disposizione, questi diventeranno 30-25-20 tavoli. La fila per aspettare il tavolo sarà un concetto che non esisterà più. Dovranno essere previsti dei turni forzati, le persone dovranno cenare entro l’orario prestabilito. Ogni esercente per rimanere sul mercato sarà obbligato a gestire il locale in questo modo, perché lavorerà al 50% e non potrà permettersi che un cliente che ha prenotato non venga perché se già si riduce di metà o un terzo la capacità del locale figuriamoci cosa significa perdere una prenotazione non avendo più la gente che aspetta. Sarà tutto molto informatizzato, altrimenti si creano dei disservizi".
È necessario questo passaggio?
"Se non si passa da una meccanizzazione di questo tipo è difficile che i locali possano rimanere sul mercato perché ha costi fissi, personale da pagare, fornitori. Noi dobbiamo dare strumenti semplici ed immediati da applicare per agevolare sia il cliente che l’esercente, se non lo facessimo avremmo fallito nel nostro compito".
È necessario abituarsi a questo nuovo modo di frequentare i locali?
"Sì, cambia proprio il modello di vita. Sono convinto che questa emergenza del Covid, purtroppo, finirà tardi e ci dovremo abituare a un modo diverso di vivere".
Le richieste per l’App arrivano da tutta italia?
Produciamo a Rimini, ma abbiamo 300 punti di rivendita in tutta Italia che vendono e assistono i nostri prodotti".
Le maggiori richieste?
"È un’esigenza comune. In questo momento le aree che hanno risposto sono oltre all’Emilia Romagna, in eguale maniere anche Sardegna, Piemonte, Litorale romano e Sicilia.Non solo mare ma anche montagna.
Vi rivolgete solo ai ristoranti?
"Lavoriamo in due settori: ristorazione e alberghiero.Nel settore alberghiero abbiamo identificato 2 momenti il check in ed il check out. Quindi abbiamo sviluppato due applicazioni una per il check in ed una per il check out. Il funzionamento è molto simili a quando si effettua una prenotazione di un volo. La sera prima della partenza il sistema invia l’estratto conto al cliente sul telefono, il quale clicca se vuole l’addebito sulla carta di credito. In caso affermativo il conto verrà addebitato sulla carta. Dopodichè all’hotel arriva la conferma di pagamento ed invia la ricevuta o fattura".
Si tratta di un'App?
"No. È un’integrazione dei software che già realizziamo per gli alberghi. È dedicato a chi ha il nostro software di gestione alberghiero non è inscindibile".
Come vede il futuro?
"Mi sto facendo anch’io alcune domande, su alcune cose non so darmi una risposta però sulla parte informatica faremo la nostra parte cercando di dare strumenti che permettano a queste attività di rimanere in piedi e lavorare meglio. Il nostro obiettivo è che queste aziende riescano a superare questo momento anche con il nostro aiuto".
 

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