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Cronaca Riccione

Sala Bingo di Riccione verso la chiusura, parla la titolare: "Impossibile andare avanti"

Una decisione che nel giro di pochi giorni lascerà a casa oltre 40 dipendenti tra impiegati, addetti alla vigilanza ed al servizio di pulizie.

A causa delle restrizioni introdotte dalla normativa della Regione Emilia Romagna e del nuovo regolamento comunale, finalizzati alla prevenzione ed al contrasto delle dipendenze dal gioco d'azzardo, la Sala Bingo di viale D'Annunzio a Riccione ha dovuto chiudere i battenti. 

Una decisione che nel giro di pochi giorni lascerà a casa oltre 40 dipendenti tra impiegati, addetti alla vigilanza ed al servizio di pulizie.  "Prendiamo atto dell'impossibilità di andare avanti", dichiara Pamela Righetti titolare della società Beach&Beach che gestiva la Sala Bingo di Riccione. "Abbiamo tentato in tutti i modi di trovare una soluzione che potesse concederci di continuare l'attività rispettando i termini, prevista dalla norma regionale, della distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili. Ma, nonostante, nei sei messi concessi per il trasferimento del locale, avessimo, secondo tempistiche e normative comunali, sottoposto all'Amministrazione Comunale di Riccione alcune soluzioni che a noi sembravano rientrassero all'interno dei termini di legge, abbiamo sempre ricevuto un rigido diniego. Per cui non ci è rimasto altro da fare che chiudere". "Come molti sanno", continua Pamela Righetti, "buona parte di queste sale è destinata ad una repentina chiusura nel giro di pochi mesi in base all'applicazione demandata ai Comuni della normativa regionale. Normativa che paradossalmente lascerà funzionanti presso i bar e i locali generalisti slot machine e videolottery fino all'anno 2022" 

"Certo non posso non rilevare il grave danno economico ed occupazionale che questa chiusura porta con sé. Abbiamo informato tutti i nostri 40 dipendenti dell'impossibilità di andare avanti. E nei prossimi giorni provvederemo a inviare loro la lettera di licenziamento per cessata attività", sottolinea ancora Pamela Righetti. "Abbiamo provato con ostinazione a far comprendere alla politica locale i valori imprenditoriali, morali e sociali che la nostra Sala Bingo rappresentava per la città con i 18 milioni di Euro di indotto, il cui 75 per cento veniva ridistribuito in premi e vincite, mentre il resto andava quasi tutto allo Stato". 

"Così come non posso sottolineare gli effetti dell'applicazione disomogenea, rispetto ad altri comuni, della norma da parte dell'Amministrazione Comunale di Riccione assai rigida e impermeabile a qualsiasi soluzione legittima e alternativa. Soprattutto considerando che la nostra Sala Bingo, dotata di personale formato e di tutte le garanzie di legge a tutele di clientela, offriva ampie e riconosciute garanzie di controllo della clientela e di prevenzione di fenomeni patologici".

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