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Cronaca

Salute, a Dermatologia un nuovo strumento per contrastare i melanomi

L'Associazione Rimini Solidale Onlus ha infatti donato all'Unità Operativa di Dermatologia, diretta dal dottor Stefano Catrani, un microscopio laser confocale di ultima generazione

Da venerdì a Rimini vi è un nuovo strumento per contrastare i melanomi, soprattutto quelli più difficili da diagnosticare e più subdoli. L'Associazione Rimini Solidale Onlus ha infatti donato all'Unità Operativa di Dermatologia, diretta dal dottor Stefano Catrani, un microscopio laser confocale di ultima generazione, grazie al quale si riesce ad avere una diagnosi paragonabile a quella di un esame istologico (senza però effettuare la biopsia) consentendo di visualizzare le cellule con incredibile risoluzione.

I numeri dei tumori alla pelle nel territorio della provincia di Rimini sono significativi, ed evidenziano un aumento importante negli ultimi anni, dalla duplice motivazione: da un lato una maggiore capacità nell'intercettare i casi, ma dall'altro anche una crescita della patologia. E il tema è quantomai d'attualità in questo periodo in cui, ad inizio della stagione estiva, le persone ricominciano ad esporsi al sole. Operazione che va effettuata, è bene ricordarlo, con la massima cautela, e tenendo conto del proprio fototipo, cioè del colore della propria pelle, capelli e occhi: chi, infatti, ha un fototipo più chiaro, può esporsi per meno tempo e con una adeguata protezione, ma comunque la prudenza è consigliabile per tutti.

Nell'anno 2012 si sono verificati 136 casi di melanoma in provincia, quasi equamente distribuiti tra uomi e donne (molto leggera la prevalenza maschile), che hanno portato l'incidenza a 41 per centomila abitanti. Di questi pazienti, il 29 per cento ha età compresa tra i 15 e i 50 anni; il 32 per cento tra 50 e 65 anni, il restante 49 per cento dei pazienti ha età superiore ai 65 anni. Tutti e 136 i melanomi sono stati asportati, e nel 68 per cento dei casi (92 pazienti) la lesione aveva uno spessore inferiore al millimetro. Dal 2007 ad oggi l'aumento dei melanomi asportati è pari al 116 per cento (i casi erano 63 nel 2007), e l'incidenza è a sua volta aumentata del 95 per cento (passando dal 21,1 al 41 per centomila).

Le parti del corpo in cui più frequentemente i melanomi si formano è il tronco (41 per cento), gli arti inferiori (24), gli arti superiori (23), il volto (8) e collo (4 per cento). In 36 casi è stata la tecnica del linfonodo sentinella, con 10 casi positivi.  Più in generale la sopravvivenza al melanoma è aumentata, negli ultimi decenni, in maniera significativa: oggi l'80 per cento dei soggetti con melanoma è ancora in vita 5 anni dopo la diagnosi. E' inoltre opportuno aggiungere che visite dermatologiche preventive sono appropriate per soggetti delle categorie a rischio: fototipi particolarmente chiari, familiarità con il melanoma, storia di scottature solari in gioventù, alto numero di nevi atipici.

L'apparecchiatura si inscrive nella linea, da sempre perseguita dall'Unità Operativa diretta dal dottor Catrani, di diagnostica non invasiva. La tecnologia che sottende al laser confocale consente infatti di rilevare, “in vivo”, la presenza di eventuali cellule maligne evitando la biospia e limitando dunque le asportazioni inutili di lesioni biologicamente benigne. Tale strumento sarà utilizzato, come da protocolli sanitari, nella diagnostica di secondo e terzo livello, vale non come prima visita dermatologica e per i nevi, ma laddove uno specialista abbia valutato che tale tecnica, della durata media di 20 – 30 minuti per ogni lesione esaminata, è appropriata. L'avanzatezza di tale apparecchio, del valore di oltre 300mila euro, è testimoniata tra l'altro dal fatto che ne in tutta Italia ne sono attivi una decina (e non più di circa 200 in tutto il mondo).

Quella di venerdì on è certo la prima donazione dell'Associazione “Rimini Solidale Onlus”, presieduta dal dottor Maurizio Focchi (vicepresidente la signora Micaela Dionigi), che solo negli ultimi 5 anni ha già donato all'A.USL (e per suo tramite alla collettività del territorio della provincia di Rimini), un apparecchio per tomografia computerizzata a 64 strati (la cosiddetta tac multistrati) e l'unità mobile per mammografia (cosiddetto camper mammografico).

Nello svolgere il suo ruolo di chairman, il direttore medico del presidio ospedaliero dottor Stefano Busetti ha commentato che “la giornata odierna ha molte motivazioni di soddisfazione: l’acquisizione di questa apparecchiatura, il modo in cui è stata acquisita, cioè attraverso la donazione da parte di esponenti della società civile; e il fatto che è avvenuta in questo periodo non semplice per le finanze pubbliche”.

Ad illustrare nei dettagli il funzionamento del microscopio laser confocale, il dottor Catrani, il quale (oltre ai dati riportati nella cartella inviata prima) ha valorizzato l’importante collaborazione che la Dermatologia ospedaliera ha attivato coi medici di famiglia, grazie anche al presidente dell’Ordine dei medici di Rimini Maurizio Grossi: “Tanti medici di famiglia hanno acquisito un dermatoscopio, e sono venuti a formarsi da noi per usarlo bene, e rappresentano un primo importante filtro rispetto all’appropriatezza dell’accesso dei pazienti alle nostre visite e ai  nostri esami diagnostici. Senza di loro non avremmo messo insieme le performance che invece abbiamo, e non avremmo una cittadinanza sensibilizzata come invece abbiamo”. Quanto all’apparecchio Catrani ha spiegato che “apre letteralmente una finestra nella pelle consentendo di vedere un’immagine ‘a fettine’ del derma, e controllare le singole cellule e come si evolve la struttura cellulare”.

Il sindaco Andrea Gnassi ha evidenziato come “in un momento difficile come questo, di grande difficoltà economica e anche morale del nostro Paese, è importante che la società civile, soggetti come la ‘Rimini Solidale Onlus’ rappresentino, insieme alle Istituzioni, una rete civica sul territorio che investe sul nostro benessere e sulla nostra salute”. Il sindaco non ha nascosto preoccupazioni rispetto all’attuale momento storico, per il Sistema Sanitario Nazionale, “fortemente a rischio. E di fronte a questa situazione, vi è ovviamente un travaglio quando si ragiona delle misure per cercare di allontanare questo rischio, quando si ragiona ad esempio della costituzione di un’unica azienda sanitaria romagnola, cercando un equilibrio con il mantenimento dei servizi, anche quelli d’eccellenza, il più vicino possibile ai cittadini. Noi tutti dobbiamo lavorare per tenerci stretti questi servizi, per difendere il patrimonio e l’organizzazione della nostra Azienda Sanitaria, che sono di prim’ordine, sempre in un quadro di compatibilità con la sopravvivenza del Sistema Sanitario Nazionale, che è sinonimo di equità e di accoglienza, e che non è purtroppo scontato”.

A seguire il consigliere Piva, il quale ha evidenziato come “la situazione che caratterizza questo momento è comune a tutta l’Italia. Le difficoltà ci sono purtroppo per tutti. E’ doverosa un’opera di ottimizzazione rispetto all’utilizzo delle risorse, ed è fondamentale il ruolo che soggetti come la ‘Rimini Solidale Onlus’ possono dare, soprattutto in questo momento al mondo sanitario, e per suo tramite alla nostra comunità”. Ma Piva ha anche voluto rassicurare rispetto al fatto che “il disegno di legge per la creazione dell’Azienda Unica non scipperà nulla a Rimini. Le strutture non metteranno le ruote e non saranno portate vie. Le eccellenze, che ci sono, resteranno. Nessuno vuole penalizzare Rimini, e comunque, finchè ci sarò, il mio impegno per evitare, eventualmente, questo, sarà e resterà massimo. Ma dobbiamo anche capire che la sanità sta cambiando, e che diventa sempre più importante l’appropriatezza, cioè fare quello che serve, quando serve, e dove ci sono i numeri per farlo meglio”.

L’Onorevole Arlotti, spiegando di aver partecipato, in Parlamento, alla conversione del Decreto Balduzzi, rispetto alla realtà riminese ha argomentato che “una nuova organizzazione, legata alla creazione di un’unica Azienda romagnola, deve servire a migliorare i servizi alla cittadinanza, specie in un territorio come Rimini dove, grazie anche al supporto di soggetti civici come la ‘Rimini Solidale Onlus’, sono stati effettuati investimenti e vi sono molte eccellenze”. Non ha mancato di rimarcare la difficoltà del momento, nonostante la quale si è riusciti ad effettuare la donazione dell’importante apparecchiatura, il presidente della “Rimini Solidale Onlus”, Maurizio Focchi: “Sono orgoglioso anche del fatto che si stia creando un ponte tra l’Ausl, un’istituzione pubblica, e la nostra organizzazione, costituita da imprenditori privati. Quando abbiamo iniziato, anni fa, questa avventura, c’erano anche dei pregiudizi rispetto all’operato della pubblica amministrazione. Per questo abbiamo sempre chiesto dei resoconti sull’utilizzo delle nostre attrezzature, e devo dire che sono state messe a buon frutto”.

E i numeri di questo “buon frutto” sono stati dati dalla vicepresidente della “Rimini Solidale Onlus”, signora Dionigi: “Nel 2008 abbiamo donato una tac multistrati, la prima ad essere utilizzata in questo territorio, e ha già fatto oltre 40mila esami. Nel 2011 abbiamo invece inaugurato un camper mammografico che girando per tutta la provincia, anche i paeselli più sperduti, e facilitando quindi concretamente la partecipazione delle donne allo screening della mammella, ha già effettuato oltre centomila mammografie. E siamo molto lieti – ha annunciato – di dire che stiamo già iniziando a raccogliere i fondi per dotare l’ospedale di Rimini di un mammotome con lettino dedicato: un’apparecchiatura che consentirà di fare l’ago aspirato alle donne con sospetto di tumore al seno, in situazione di massimo confort per le pazienti”.

Sentitissimi i ringraziamenti all’associazione, da parte del direttore sanitario aziendale, dottor Saverio Lovecchio: “Noi la sanità la intendiamo così: non freddi burocrati che fanno poco più dell’ordinaria amministrazione, ma persone entusiaste e motivare che, a tutti i livelli, si impegnano, e chiedono l’impegno di altri, come l’associazione, facendo di tutto per meritarselo, per creare una buona offerta sanitaria sul territorio, a favore dei propri cittadini, per la soddisfazione loro e degli operatori. E quando si inaugurano apparecchiature di questo calibro, la soddisfazione è ancora maggiore perché grazie ad esse vi sono anche gli spazi per fare ricerca e massimizzare, appunto, soddisfazione per gli operatori e opportunità per i pazienti, nel loro territorio”.

Conclusioni, come di consueto, a cura del direttore generale Marcello Tonini, il quale dopo aver a sua volta ringraziato i donatori ha fatto alcune considerazioni sullo stato della sanità riminese che, “in questi ultimi dieci anni è notevolmente migliorata, cresciuta, e che in questo momento è letteralmente in stato di grazia. Proprio in questo momento, purtroppo, ci troviamo di fronte una profonda crisi che ci chiederà di rivedere il nostro modo di curare le persone e di fare il nostro lavoro”.

Duplice la linea d’intervento che, secondo Tonini, tutti gli operatori dovranno mettere in atto: “Da un lato spingere al massimo sull’appropriatezza, dare tutto quello che serve ai pazienti, nulla di meno ma neppure nulla di più. Perché lo sappiamo che in questo momento un trenta per cento delle prestazioni è inappropriato. Dobbiamo lavorare su questo. Così come dobbiamo lavorare con sempre maggior spirito di servizio e motivazione, perché in questo momento le difficoltà per le persone sono tante, e nella nostra missione, di operatori del Servizio Sanitario Nazionale, c’è quella di dare una risposta a tutti indistintamente e di darla meglio che possiamo. E oggi dobbiamo metterci più impegno di ieri”. Infine, su questo aspetto, e rivolto al presidente Focchi: “Per questo le dico, presidente, continuate a pungolarci, perché sebbene ci impegnamo molto, ne abbiamo ancora molto bisogno”. La benedizione è stata impartita da don Domenico Valgimigli, che “in quanto affetto da melanoma, so bene la qualità di questa unità operativa”.

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