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Cronaca

Scrocconi e smemorati: 300 i morosi nei servizi educativi e scolastici di Rimini

Circa l’8% sul totale degli iscritti non paga il servizio mensa nelle scuole elementari e nelle materne statali, e quella delle rette nelle materne e nei nidi comunali

Sono 300 i morosi nei servizi educativi e scolastici del Comune di Rimini, circa l’8% sul totale degli iscritti. I servizi in questione riguardano in particolare la riscossione del servizio mensa nelle scuole elementari e nelle materne statali, e quella delle rette nelle materne e nei nidi comunali. Uno “zoccolo duro” che l’Amministrazione comunale è costantemente impegnata a recuperare seguendo diverse le tipologie di intervento previste da leggi e normative. Il primo step è quello di inviare una lettera a casa delle famiglie non in regola con i pagamenti invitando a saldare nei mesi successivi quanto dovuto. Una “messa in mora” grazie alla quale molte famiglie, 'evasori' spesso per dimenticanza, rientrano già del debito. Se, dopo tre o quattro mesi nulla si muove, il Comune di Rimini passa le pratiche alla società di riscossione preposta, la SORIT, che provvede, anche a anni di distanza, a recuperare il credito in maniera coatta. Chi viene raggiunto da questi provvedimenti solitamente cerca di pervenire ad un accordo con l’Amministrazione anche attraverso la rateizzazione del debito; sono circa un centinaio, ogni anno, quelli concessi dal Comune di Rimini. Grazie a questa continua opera di monitoraggio il flusso di rientro dei debiti è costante, capita che anche durante l’anno in corso siano rientrati ad esempio debiti risalenti anche ad una decina di anni fa.

Ci sono poi le famiglie che non presentano l’ISEE e a cui il Comune è tenuto, per regolamento, ad applicare la tariffa ordinaria (la massima). Chi se ne ricorda in tempo e lo fa notare, presentando in ritardo (ma nell’arco dello stesso anno) l’ISEE, potrà contare sul ricalcolo di quanto dovuto con l’applicazione, dove dovuto, della eventuale tariffa agevolata più una percentuale di mora. Il Comune di Rimini ha iniziato la riscossione diretta prima di altri omologhi, a partire dal 2010. I dati evidenziano anche l’aumento esponenziale di situazioni di sofferenza, presumibilmente dovute alle difficoltà veicolate dalla crisi economica. Se nel 2012 il dato raggiungeva il 6%, due anni dopo saliva all'8%. Non solo, aumentano coloro che scivolano in fasce di reddito più basse e, tra coloro che già erano in fasce di disagio economico, coloro che non richiedono più i servizi.

“Una moltitudine di strumenti – è il commento di Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini - messi in campo con lo scopo non solo di incassare le cifre non pagate, ma anche di prevenire le morosità future. Distinguiamo per prima cosa tra distratti ed evasori. Per i primi è attiva una serie di strumenti di rientro graduale, che tutelano Comune e famiglie, come le rateizzazione. Per i secondi, insieme alla CORIT, abbiamo impostato un sistema di verifiche e monitoraggio permanente per contrastare situazioni che vanno a discapito di tutta la comunità. Questo sta portando a flussi di rientro importanti che vanno verificati e compresi nell’arco di diversi anni. Gli “evasori totali”, al netto di chi si è solo dimenticato di pagare una bolletta e ha regolarizzato poi la propria posizione, calano infatti già al primo avviso spedito dal Comune di Rimini di messa in mora, di circa la metà. C’è poi una riflessione più generale da fare, riguardante l’impoverimento delle famiglie riminesi. Uno scivolamento verso il basso figlio di dinamiche economiche e sociali uguali in tutta Italia, ma che è doveroso affrontare, seppure anche parzialmente, a livello locale. Una prima azione concreta è quella di aver bloccato da tre anni (i più duri per la crisi) il costo delle rette scolastiche. Non solo, nei prossimi mesi presenteremo le nostre proposte nel nuovo regolamento delle rette, cercando di armonizzarle in maniera sempre più precisa ai mutati contesti lavorativi ed economici. 'figli' della crisi. Proprio per offrire ulteriori facilitazioni a chi davvero lo necessità, sono necessarie però anche quelle risorse non versate da quegli evasori totali verso i quali stiamo sempre più stringendo il cerchio, nella tutela generale di tutta la comunità, e in particolare, di quella fascia più debole ed esposta agli effetti della crisi”.

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