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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Si apre il processo a Giulio Lolli, tra i teste dell'accusa il faccendiere Flavio Carboni

L'uomo d'affari, che ha intrattenuto rapporti con personaggi controversi quali l'agente segreto Francesco Pazienza, il capo della P2 Licio Gelli, il boss mafioso Pippo Calò, l'ex gran maestro della massoneria Armando Corona, truffato nella vicenda Rimini Yacht

Si è aperto giovedì mattina, presso il Tribunale di Rimini, il processo a Giulio Lolli, accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e estorsione, patron della Rimini Yacht. Tra i teste dell'accusa spicca il faccendiere Flavio Carboni, l'uomo d'affari che ha intrattenuto rapporti con personaggi controversi quali l'agente segreto Francesco Pazienza, il capo della P2 Licio Gelli, il boss mafioso Pippo Calò, l'ex gran maestro della massoneria Armando Corona, truffato nella vicenda Rimini Yacht. Carboni, infatti, è tra le centinaia di vittime dell'imprenditore nautico attualmente latitante in Libia. Carboni, secondo l'indagine, aveva acquistato da Lolli un motoscafo Bertram da 2 milioni di euro ma il natante, mai consegnato, era poi servito all'imprenditore della Rimini Yacht per fuggire all'arresto e riparare in Libia.

Lolli riusciva a far aprire leasing milionari a nome degli acquirenti sulla base di documenti contraffatti e poi incassava le somme. Agli armatori restava in mano solo un foglio di carta senza alcun valore che attestava la proprietà di uno yacht di cui erano in possesso già altre persone, ma con centinaia di rate da pagare. Il 'pirata', che non mancava di esibire sulla sua scrivania un fotomontaggio che lo ritraeva nelle vesti di Jack Sparrow, è a processo con altre dieci persone coinvolte a vario titolo nella corposa indagine suddivisa in diversi fascicoli, dal pm Davjde Ercolani che ha aperto l'inchiesta sulla Rimini Yacht. Già fuori dal processo invece il sammarinese Stefano Fabbri, difeso dall'avvocato Maurizio Valloni, che ha patteggiato 2 anni e 8 mesi pena non sospesa e Karolina Katarzyna Musial, difesa dall'avvocato Aldo Pancini, 20 mesi pena sospesa. Il ruolo centrale però, come ha puntualizzato semprel'accusa, l'ha avuto Lolli che dopo aver distrutto la Rimini Yacht è scappato, lasciando nei guai operai e famiglia. Lolli se dovesse rientrare in Italia rischierebbe l'arresto immediato. A Bologna, dove è in corso il processo per la bancarotta di Rimini Yacht, Lolli da latitante ha già patteggiato 4 anni e 4 mesi per l'accusa di corruzione dei finanzieri incaricati di verifiche sulla società.

Dopo le questioni preliminari, discusse questa mattina davanti al collegio dei giudici, il processo è stato aggiornato al prossimo 27 gennaio quando verrà stabilito il calendario delle testimonianze. Tra i teste, appunto, anche Carboni che, per ben due volte, è stato vittima dell'imprenditore riminese. La prima volta per l'uso di una Aston Martin da 120 mila euro che Lolli aveva acquistato con leasing sammarinese e prestata a Carboni, utilizzatore in buona fede, per avere un'entratura al Monte dei Paschi di Siena e ottenere un finanziamento milionario. E laa seconda volta per l'acquisto del Bertram utilizzato poi dallo stesso Lolli per la fuga.

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