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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Misano Adriatico

Si ritrova intestati numeri telefonici con migliaia di euro di bolletta: scoperto l'astuto raggiro

La donna ha telefonato a quei numeri per verificare chi fossero gli utilizzatori ma gli interlocutori avevano negato tutto, addirittura proprio il presunto truffatore

Numeri di telefono mai attivati e maxi bollette da pagare: scoperta la truffa dai carabinieri. Un 51enne di Pianoro nel bolognese, un 50enne di Bologna e un 42enne domiciliato a Misano, tutti molto noti alle forze dell'ordine, sono stati denunciati per truffa, sostituzione di persona e falso materiale in concorso. L’indagine, portata a termine dai carabinieri della stazione di Solarolo, era partita dalla denuncia di un’imprenditrice del luogo che si era ritrovava a dover pagare bollette salatissime per utenze telefoniche attivate fraudolentemente a sua insaputa.


 Sul finire del 2016 una nota imprenditrice di Solarolo si era accorta dal suo estratto conto bancario che le erano stati addebitati circa 130 euro per un’utenza di telefonia mobile. Quando la donna è andata in banca per informarsi, si era accorta che quell’addebito faceva riferimento ad un numero di cellulare di cui non conosceva l'esistenza. La sorpresa peggiore per la povera signora è arrivata quando ha telefonato al gestore telefonico per chiedere notizie circa l’attivazione di quel numero per lei sconsciuto ed ha appurato che a suo nome risultavano altre tre utenze cellulari attive.


La donna ha telefonato a quei numeri per verificare chi fossero gli utilizzatori ma gli interlocutori avevano negato tutto, addirittura proprio il 51enne di Pianoro che poi risulterà essere a capo della truffa, aveva tenuto per sé uno di quei numeri e dopo aver ricevuto la telefonata della solarolese l’aveva anche minacciata di denunce per quelle accuse. Per questo motivo la signora si era preoccupata ed era andata a denunciare il fatto ai carabinieri di Solarolo al comando del maresciallo Bruno Vivaldo.


I militari dell’arma, quando hanno acquisito la copia dei contratti dal gestore telefonico, hanno scoperto che in fase di attivazione qualcuno aveva esibito la fotocopia di una vecchia carta d'identità che la donna non aveva più da parecchi anni perchè le era stata rubata insieme alla sua borsa. Inoltre, anche la firma in calce alla documentazione non era affatto quella della signora. Nel frattempo la vittima della truffa era stata informata dalla sua banca di altre bollette telefoniche molto “pesanti” riconducibili a fatture telefoniche con addebito diretto sul suo conto corrente, fra cui un numero fisso intestato ad un ristorante di Bologna con migliaia di euro di traffico da pagare.


Ottenuti i tabulati telefonici, i carabinieri hanno rintracciato gli utilizzatori delle quattro utenze fraudolente, fra cui un lughese che per giustificarsi ha riferito di aver trovato quella scheda per terra e di averla poi utilizzata senza farsi troppe domande. 
Alla fine dell’indagine i carabinieri hanno ricostruito l’intricata vicenda: il 51enne di pianoro parecchi anni fai quando svolgeva attività di promotore finanziario, si era presentato a Solarolo per proporre all'imprenditrice un finanziamento. La donna, che in un primo tempo si era lasciata convincere, aveva fornito sia la fotocopia del proprio documento d'identità sia le coordinate bancarie del conto corrente, poi all'ultimo momento la trattativa per il finanziamento si era interrotta perchè la signora aveva cambiato idea. L’uomo, però, aveva  conservato il documento della signora compreso il suo numero di iban, che a distanza di anni ha utilizzato per sostituirsi a lei e quindi falsificare i contratti di attivazione con la complicità di due promoter che operano nel campo della telefonia, un 50enne di Bologna e un 42enne domiciliato a Misano, che evidentemente si sono prestati per mettere in atto il raggiro utilizzando i riferimenti della solarolese. 


Con molta probabilità il truffatore, attivate le schede telefoniche, le aveva poi rivendute ad acquirenti compiacenti che avevano cominciato ad utilizzare quei numeri consapevoli che non avrebbero mai speso un centesimo di traffico. Il terzetto è stato quindi denunciato per truffa, sostituzione di persona e falso materiale in concorso.

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