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Cronaca

Spari al gay nel parco della Cava, "Marco Zinnanti poteva uccidere"

Deposizione in aula per il medico legale che ha eseguito la perizia sulle ferite riportate dall'omosessuale preso a colpi di pistola

Ripreso giovedì mattina, nel Tribunale di Rimini, il processo che vede Marco Zinnanti, già condannato in primo grado per l'omicidio di Leonardo Bernabini, imputato del tentato omicidio di un omosessuale 55enne. A salire sul banco dei testimoni è stato il consulente medico legale del pubblico ministero, il prof. Adriano Tagliabracci, chiamato per illustrare le ferite riportate dalla vittima e accertare se queste potessero essere letali. Nel corso della testimonianza, il perito ha spiegato ai giudici del collegio che quei colpi di pistola, che raggiunsero il 55enne al mento e al polpaccio, avrebbero potuto essere potenzialmente letali in quanto esplosi da distanza ravvicinata e solo per un caso fortuito la mira dello sparatore aveva evitato il peggio. In seguito alla sparatoria, l'omosessuale venne medicato in ospedale e, successivamente, con gli esperti della Questura disegnò un identikit rivelatosi poi molto somigliante a Zinnanti. Gli agenti della squadra Mobile, quando perquisirono l'abitazione di via Lince, dove Zinnanti viveva coi genitori in occasione dell'arresto per l'omicidio Bernabini, trovarono la copia di un quotidiano locale che, in prima pagina, riportava l'identikit.

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