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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Viserba / Via Bruno Baroni

Prima tenta il suicidio, poi chiede una foto con gli agenti che lo hanno salvato

Alla fine si è instaurato un rapporto di fiducia tale da indurre l'uomo a consegnare nelle mani del sovrintendente il coltello, tanto da chiedere agli operatori del 118 una foto con i poliziotti.

Erano le 21,30 di mercoledì quando la Sala Operativa della Questura di Rimini ha ricevuto una telefonata da parte di un uomo che riferiva di volersi suicidare. L’uomo ha aggiunto di trovarsi su una panchina all’interno del giardino pubblico di via Baroni e di avere un coltello con il quale intendeva tagliarsi la gola. Considerata l’urgenza di intervenire al fine di evitare che potessero conseguenze irreparabili, sono state inviate sul posto tre Volanti, mentre l’operatore della Sala Operativa cercava di trattenere al telefono l’uomo in attesa dell’arrivo dei poliziotti, cercando di rassicurarlo e a convincerlo a desistere dall’intento suicida.

INTERVIENE IL SOTTOUFFICIALE - Il capoturno delle Volanti, un sovrintendente in servizio da qualche anno alla Questura di Rimini, compresa la gravità della situazione si è precipitato sul posto con il proprio mezzo privato, una moto, togliendosi prima l’uniforme e indossando abiti civili, per creare con l’aspirante suicida un rapporto empatico e di fiducia. Al momento del primo intervento l’uomo, ancora seduto su una panchina, stava impugnando un grosso coltello nella mano destra con la lama completamente estratta e poggiata alla base del collo.

SEGNI DI NERVOSISMO - Inizialmente l’uomo ha manifestato subito la volontà di tenere a distanza il sottufficiale mostrando evidenti segni di nervosismo. E’ stata infatti soltanto la preparazione e la professionalità del poliziotto in borghese che ha consentito di aprire un “canale” comunicativo con l’uomo: il capoturno e gli altri  operatori nel frattempo giunti sul posto infatti sono riusciti dapprima a tranquillizzarlo e successivamente a fidarsi di loro.

I MOTIVI DELL’INSANO GESTO - L’uomo infatti ha iniziato a raccontare la sua storia recente, indicando i motivi per i quali aveva iniziato a meditare di togliersi la vita: la perdita del lavoro e difficoltà personali e affettive.  Dopo averlo invitato più volte a instaurare un dialogo, l’uomo ha iniziato a collaborare condividendo con gli operatori di polizia intervenuti alcuni argomenti e soprattutto le preoccupazioni che stavano inducendo l’uomo all’insano gesto.

FOTO DI GRUPPO CON I SUOI SALVATORI - Alla fine si è instaurato un rapporto di fiducia tale da indurre l’uomo a consegnare nelle mani del sovrintendente il coltello, tanto da chiedere agli operatori del 118 una foto con i poliziotti. Gli agenti, definiti dall’uomo i suoi “angeli custodi”, si stanno dando un gran da fare per riuscire a trovare un posto di lavoro che gli consenta di superare il difficile momento.

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