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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Saludecio

Tutto esaurito e standing ovation per la prima dell'opera "Santo Amato Pellegrino delle Stelle"

Sul palco hanno intrerpretato l’opera 12 giovani coristi e altrettanti figuranti, diretti dal direttore di coro Irene Placci Califano, e in platea l'orchestra con 24 musicisti diretti dal maestro Masini

Tutto esaurito e standing ovation finale del pubblico per i due appuntamenti della prima rappresentazione dell’opera musicale Santo Amato il pellegrino delle stelle. “C'è stata tanta gente, Amato ha fatto sentire il suo carisma - dice il sindaco Dilvo Polidori -, per noi è stato un inizio affinché la storia e la figura del Santo siano conosciute oltre i confini. Ringrazio il vescovo Francesco Lambiasi e il prefetto di Rimini, Gabriella Tramonti, per la loro partecipazione”. L’opera interamente dedicata al Santo Amato Ronconi è andata in scena sabato 30 e domenica 1 luglio nella chiesa di San Biagio, trasformata per l’occasione in un teatro con oltre 300 posti a sedere. Tra il pubblico anche il direttore del conservatorio statale “Gioachino Rossini” di Pesaro, Ludovico Bramanti. “Con questa prima dell’opera musicale che vuole essere un racconto del territorio ma anche universale di Santo Amato da Saludecio, è iniziato il percorso del pellegrino delle stelle verso i prossimi appuntamenti a Rimini e a Pesaro, con l’obiettivo di arrivare con la rappresentazione nel 2021 a Santiago di Compostela”, commenta il maestro Fabio Masini, compositore dell’opera su testo poetico di Silvia Bernardi. “Il racconto parla di un piccolo contadino francescano del 1200, ma allo stesso tempo di tutti i milioni di pellegrini che da tutto il mondo ogni anno continuano a camminare e raggiungono Santiago di Compostela, esattamente come Amato che nel 2014 è diventato Santo”. Sul palco hanno intrerpretato l’opera 12 giovani coristi e altrettanti figuranti, diretti dal direttore di coro Irene Placci Califano, e in platea l'orchestra con 24 musicisti diretti dal maestro Masini. “Da sottolineare l’importanza del metodo utilizzato per la rappresentazione dell’opera - ha detto don Tarcisio Giungi -, che ha coinvolto il paese e le associazioni per la sua realizzazione. Amato ci insegna che la vita non è un vagabondaggio ma un pellegrinaggio da una meta all’altra, e c'è una bella differenza”. 

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