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Cronaca Verucchio

8 marzo, il sindaco donna: "Con un politico maschio io ero la 'cucina' lui la 'Ferrari'"

La sindaca di Verucchio racconta l'offesa ricevuta da un collega e fa il pieno di like

"Le donne non possono parlare di tattica". Quando l'ex calciatore Collovati ha pronunciato questa frase non si aspettava certo di finire nell'occhio del ciclone, ma nell'era dei social è meglio non scherzare troppo. I pregiudizi però non ci sono solo quando si parla di calcio e a viverli è stata anche Stefania Sabba, avvocato, sindaco uscente di Verucchio e neo candidata alle prossime elezioni amministrative.

La prima cittadina ha colto l'occasione dell'8 marzo per fare gli auguri a tutte le donne sulla sua pagina facebook, ma anche per raccontare quello che le è capitato di sentirsi dire da un importante  politico locale, esponente del Pd, di cui ha preferito non fare il nome. Inutile dire che ha fatto il pieno di like.

Nel suo post scrive: "Quest'anno in particolare l'8 marzo lo voglio dedicare a me stessa, e a quel giorno, neppure tanto lontano, nel quale, durante una discussione molto molto importante per il futuro di un intero territorio, di una intera comunità, all'ennesimo tentativo di far comprendere le mie ragioni e addivenire ad una composizione della lacerazione, il mio interlocutore, non inesperto nè sprovveduto, ha affermato che si stava "Parlando di cucina nel box della Ferrari".
Ecco, così è finita la discussione con il mio interlocutore. Ho trovato questa espressione di una violenza inaudita, superiore alle numerose altre, verbali o scritte su carta stampata. Ho colto in questo linguaggio e nell'espressione del mio interlocutore l'intenzione di ferirmi perchè donna. Sono certa che non avrebbe mai usato nè osato espressioni simili con un uomo. Mai. Non mi sarei aspettata tanta arroganza, tanta supponenza, tanto maschilismo: ma tant'è! Quanta strada dobbiamo ancora fare. Invito tutte a non mollare mai, e faccio mie le parole di Concita De Gregorio ‘"È l'ora di finirla di essere docili, bisogna pretendere non l'uguaglianza ma il rispetto". Io mi permetto una riformulazione ‘Bisogna pretendere l'uguaglianza e il rispetto. Sempre. Da chiunque".

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