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Cronaca

Viaggio della legalità: la Mehari di Giancarlo Siani a Rimini

La macchina del giovane giornalista ucciso dalla camorra per avuto il coraggio e la forza di denunciare e raccontare quello che stava succedendo

Con l'arrivo della Mehari in piazza Cavour a Rimini è iniziato il fitto calendario di iniziative che animeranno il viaggio legale lungo l'Emilia. Un viaggio simbolicamente e materialmente rappresentato dalla macchina del giovane giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra. Erano ad accoglierla per il saluto, insieme ad un gruppo di cittadini e di rappresentanti delle forze dell'ordine al più alto grado (Questore e Comandanti dei Carabinieri e Guardia di Finanza), Maurizio Landini Segretario FIOM, Graziano Urbinati Segretario CGIL Rimini, Tommaso Bianco, giornalista conoscente di Siani, inoltre, per le associazioni che hanno organizzato la manifestazione, Gaia Trunfio, Alida Paterniani, Sara Paci. Un saluto non formale che ha intrecciato i temi della legalità con quelli del lavoro, nel ricordo di un ragazzo, morto a 26 anni, che ha pagato con la vita la sua volontà di battersi contro l'illegalità e la criminalità.

Un giovane giornalista precario, che, come ha detto Landini, nonostante questa condizione, in un paese del Sud, dove tra l'altro di lavoro ce n'è poco, ha avuto il coraggio e la forza di denunciare e raccontare quello che stava succedendo, un intreccio forte, allora come oggi, tra illegalità, economia e, in molti casi, politica. Una partecipazione di giovani studenti sarebbe stata auspicabile, forse è mancata una sensibilità in questo senso da parte delle autorità scolastiche. Una seconda classe dell'ITIS sarà comunque presente domani mattina alla proiezione del film Fortapasc in Cineteca.

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