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Cronaca Cattolica

Violentata dal dipendente "fantasma" in un panificio di Cattolica, arrestato un senegalese

La vittima ha subìto per 5 anni le molestie del collega prima di trovare il coraggio di chiedere aiuto ai carabinieri che hanno scoperto una storia incredibile

Una squallida storia di violenza sessuale sul luogo di lavoro ha fatto scoprire ai carabinieri una vicenda incredibile che ha, come protagonista, un senegalese 36enne. La storia inizia nel 2010 quando, in un forno di Cattolica, arriva a lavorare lo straniero e conosce una sua collega, una 51enne del posto, e l'uomo inizia a "provarci" con lei. Delle avances sempre più spinte con la signora che, secondo il suo racconto, viene spesso palpeggiata nelle parti intime dal ragazzo il quale, approfittando dei momenti in cui nel laboratorio non c'è nessuno o mentre si trovavano nel magazzino, non perdeva occasione di allungare le mani e, in tutti i modi, di provare a baciarla. Sempre secondo quanto denunciato dalla 51enne ai carabinieri, in una occasione la signora si trovava al bancone intenta a servire dei clienti e, il 36enne, sarebbe strisciato sul pavimento e, senza farsi scorgere dalle altre persone, avrebbe insinuato la mano sotto la gonna di lei per toccarle le parti intime.

In un primo momento, la donna ha cercato di far smettere le abitudini del senegalese, lamentandosi anche con i titolari della panetteria, ma per il timore di perdere il lavoro ha aspettato 5 anni prima di rivolgersi ai carabinieri per una denuncia dettagliata di quanto stava accadendo. I militari dell'Arma, al termine di una indagine, hanno depositato l'informativa in Procura e, il gip, ha emesso un ordine di arresto per il 36enne ma, quando i carabinieri sono andati per eseguirlo, è spuntata una vicenda surreale che ha dell'incredibile.

Il nome, i documenti e i certificati di lavoro che servivano al senegalese per lavorare e vivere in Italia erano, in realtà, quello di uno zio che stava per finire in carcere al posto del nipote. Il 36enne, infatti, è praticamente un "fantasma" nel nostro Paese dove ha vissuto, fin dal giorno del suo ingresso 9 anni fa, con il nome del parente. Una vicenda intricata tanto che, oltre all'accusa di violenza sessuale, il pubblico ministero sta vagliando l'ipotesi di nuove accuse nei confronti del ragazzo oltre a un'informativa agli uffici della Questura e della previdenza sociale per valutare la posizione del 36enne.

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