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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Sant'Agata Feltria

Vitello sbranato da un lupo in Valmarechia, Coldiretti: "Si rischia l'abbandono dei territori"

Guido Cardelli Masini Palazzi: "E' arrivato il momento che le istituzioni si impegnino a definire un Piano nazionale per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati dagli attacchi del lupo"

L’ultimo attacco, come riporta Coldiretti, è stato registrato sabato 16 settembre all’azienda agricola Pratiffi di Sant’Agata Feltria nel corso del quale è stato sbranato un vitello al pascolo. L'associazione degli agricoltori e allevatori punta il dito contro i branchi di lupi e, come spiega il Presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi. “I dati confermano che il lupo, ormai, non è più in pericolo è arrivato il momento che le istituzioni si impegnino a definire un Piano nazionale che prenda spunto dalle misure poste in essere da altri paesi Ue per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati dagli attacchi del lupo. Il rischio vero oggi è la scomparsa della presenza dell’uomo nelle montagne e nelle aree interne per l’abbandono delle famiglie e anche di tanti giovani che faticosamente hanno deciso di continuare il lavoro dei genitori o che sono ritornati per una scelta di vita importante per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di bovini, capre e pecore”.

"Le attuali emergenze, gravissime, che si sono abbattute sulla nostra agricoltura, strangolata dall'aumento incontrollato dei costi, dalle piogge alluvionali, dagli insetti “alieni”  che hanno falcidiato le produzioni – afferma il Direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsini – sono aggravate dai danni incalcolabili che quasi quotidianamente le imprese agricole continuano a subire a causa dei cinghiali e della presenza sempre più rilevante dei lupi, aggravando ulteriormente il contesto di criticità delle aziende zootecniche. Proprio sul fronte dei lupi assistiamo ad una aggravamento del fenomeno che se non studiato e controllato rischia di degenerare in poco tempo.

"I lupi - prosegue il Direttore Corsini – inseguono le loro prede rappresentate principalmente dai cinghiali che per difendersi si concentrano in folti gruppi che si spingono verso zone, anche in pianura, dove ci sono attività zootecniche e agricole. Inoltre i lupi – conclude Corsini -  se trovano prede più facili come ovini e bovini, ovviamente prediligono queste ultime; mettendo in moto un circolo vizioso alla fine del quale a rimetterci è sempre e solo l'agricoltore".

L’eccessiva presenza di lupi va a penalizzare gli allevamenti bovini e ovini più virtuosi, ovvero, quelli che hanno scelto il pascolo allo stato semi brado salvaguardando l’ambiente e il benessere animale – aggiunge il Vice Direttore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci – ed è necessario e non procrastinabile un censimento della specie, ponendo in essere ogni utile azione per individuare e tutelare il 'vero' lupo distinguendolo dagli ibridi o dai cani inselvatichiti, che rischiano di farlo scomparire del tutto, così come è praticamente scomparso il ‘vero’ cinghiale originario italiano. Sarebbero opportuni congrui contributi specifici a risarcimento del danno causato  mentre attualmente i rimborsi in caso di aggressione non ripagano del danno reale e soprattutto non contemplano i danni indiretti (aborti, mancata lattazione, animali morti nella calca, animali dispersi)". "In gioco – riflette il Presidente Cardelli Masini Palazzi - non ci sono soltanto la sicurezza del bestiame e il lavoro agricolo: potrebbe esserlo anche l’incolumità dell’uomo".

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