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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Bellaria-Igea Marina

Zavoli a Bellaria: "Sono potuto tornare giovane"

"Una serata come questa riconcilia con la vita, anche avendo 87 anni e con il tempo che resta da vivere". Così Sergio Zavoli ha concluso martedì sera la sua testimonianza nel parco della Casa Rossa

 “Una serata come questa riconcilia con la vita, anche avendo 87 anni e con il tempo che resta da vivere. Perché posso dire: io una sera, a Bellaria, sono potuto tornare giovane, tornando indietro di 48 anni, in mezzo a persone di età diverse per un attimo ho sentito tutti come dei fratelli e delle sorelle. Sono stato molto bene stasera e ringrazio veramente tutti". Così Sergio Zavoli ha concluso martedì sera la sua testimonianza nel parco della Casa Rossa.

Queste parole dopo aver assistito alla proiezione del documentario che realizzò nel 1963, dal titolo "Panzini ha cent'anni", e che gli fece vincere il premio giornalistico dell'Azienda di Soggiorno, intitolato ad Alfredo Panzini. Zavoli si è lasciato andare a ricordi e confidenze, in alcuni momenti con una certa commozione per il fatto di ritrovarsi davanti a immagini, volti, parole, sensazioni, ancora vivissime nella sua memoria. E tantissima gente, presente ieri sera alla Casa Rossa (circa 250 persone) all'iniziativa promossa dall'Accademia Panziniana, l'ha applaudito a lungo ricambiando l'affetto che Sergio Zavoli ha dimostrato per Panzini e per Bellaria Igea Marina.

Perché fra la fine degli anni 50 e i primi del decennio successivo - è stato chiesto al senatore - decise di occuparsi degli scrittori romagnoli (Campana, Oriani, Serra) e di Panzini in particolare? "Per una ragione forse anche un po' campanilistica. Dei poeti e scrittori romagnoli, Panzini era il più contiguo con la mia città, Rimini, lo sentivo come uno di casa. O forse sentivo me come uno che aveva il privilegio di avere intorno delle persone straordinarie". Ma non fu solo questa la molla. "Mi incuriosiva molto la lingua di Panzini, che ha scritto in un italiano di una bellezza inconfondibile. Trovo che il giudizio di Manara Valgimigli sia straordinariamente equo: Panzini è stato veramente un grande scrittore, non gli è stato dato nulla in più di quel che ha avuto, anzi, rimane in credito di tante cose. Uno scrittore così esercitava molto fascino su un giovane come me che aveva un po' la pretesa di dedicarsi a programmi culturali e non soltanto del giro d'Italia, che pure è stata per una bella e simpatica esperienza.

Ancora, Zavoli ha detto che "Panzini è uno scrittore che dà lustro alla Romagna, che ha espresso un amore autentico per la nostra terra, ed ha lasciato dietro di sé una cosa bellissima come quella che stiamo vivendo. Qui stasera c'è un'atmosfera scenografica straordinaria, che fa pensare a Michelangelo Antonioni... quel rosso del villino col treno che passa sotto, la compostezza, la misura, un ambiente straordinariamente reale, semplice e metafisico". Ed ha aggiunto: "Un grande poeta disse: 'un paese ci vuole', e aveva ragione. Senza Bellaria, senza questa gente, senza lo spirito che aleggia nei racconti di Panzini, senza queste serate, senza la capacità di durare nel ricordo delle persone, e senza questa voglia di tenere vivo un valore che è ancora spendibile in nome dello stupore, saremmo tutti più poveri. Non a caso Panzini ha detto: 'Rimanete fedeli alla Romagna, è l'unica terra in cui si conserva quel poco di buono che è rimasto nel mondo'. La Romagna rimane un patrimonio e un bene culturale del mondo intero".

Un vero e proprio inno alla Romagna, quello pronunciato da Zavoli a Bellaria, più volte sottolineato, anche quando ha accennato ad un tema a lui caro, quello della religiosità e dell'amicizia col cardinal Ersilio Tonini, che oggi compie 97 anni: "Il miracolo io l'ho già avuto ed è stato quello di nascere, se poi aggiungo che ho avuto la fortuna di nascere in Romagna, i conti sono fatti". Parole di riconoscenza le ha espresse anche per l'Accademia Panziniana: "Questa associazione panziniana ha fatto un piccolo miracolo. Io giro l'Italia e mi capita spesso di frequentare situazioni di questa natura, ma raramente trovo una attitudine a far durare le cose che contano, coltivandole con amore, come ho visto qui".
 

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