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I rifiuti differenziati restano in gran parte in regione per il recupero

La Regione Emilia-Romagna ha realizzato, con la collaborazione di Arpa (Agenzia regionale prevenzione e ambiente), uno studio per ricostruire il percorso che compiono i rifiuti dalla raccolta differenziata fino agli impianti di riciclo

Grazie al riciclo, con 800 lattine si fa un telaio di bicicletta e con tre scatole da scarpe si può produrre una nuova cartelletta di cartoncino. E ancora: con 20 bottiglie di plastica una nuova coperta, con 287 barattoli in acciaio una nuovo carrello per la spesa, con 4 pallet una scrivania, con 10 chilogrammi di umido e verde si produce compost per fertilizzare un metro quadrato di giardino. Questa la mappa (dalla raccolta al riutilizzo) sulla reimmissione dei rifiuti riciclati contenuta nell’indagine “Chi li ha visti? Ciò che differenzi oggi avrà una nuova vita domani” che è stata presentata questa mattina dall’assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda a Rimini ad Ecomondo (Fiera internazionale del Recupero di materia ed energia e dello Sviluppo sostenibile) nell’ambito di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato l’Arpa, il Conai e i consorzi di Filiera e l’onorevole Alessandro Bratti della Commissione ambiente e rifiuti della Camera.

La Regione Emilia-Romagna ha realizzato, con la collaborazione di Arpa (Agenzia regionale prevenzione e ambiente), uno studio per ricostruire il percorso che compiono i rifiuti dalla raccolta differenziata fino agli impianti di riciclo e recupero. In questo modo la Regione, con il sostegno di Conai (Consorzio nazionale imballaggi), garantisce l’intero ciclo che permette di dare una seconda vita ai rifiuti e, soprattutto, di ridurre il prelievo di nuove materie prime dall’ambiente.

«I rifiuti raccolti in modo differenziato, nel 2010 hanno superato la soglia del 50% di raccolta differenziata - ha spiegato l’assessore Freda - vengono per lo più sottoposti a recupero all’interno della regione o comunque in aree non distanti. Questo è evidente per la carta, in quanto gli impianti principali di recupero individuati sono tutti nel territorio regionale, ma vale anche per gli altri materiali come ad esempio per gli imballaggi plastici che per oltre l’80 per cento vengono avviati a recupero in impianti regionali. Quindi il sistema regionale delle piattaforme e degli impianti industriali è efficiente ed è in grado di accogliere e trattare le frazioni della raccolta differenziata. Questa indagine è l’avvio di una grande campagna di comunicazione su tutto il territorio emiliano romagnolo per sensibilizzare i cittadini alla raccolta differenziata e per il riutilizzo dei rifiuti raccolti».

Lo studio - attraverso i flussi gestionali di carta, plastica, vetro, metalli e alluminio, legno, organico e verde - mette in evidenza che la quasi totalità del rifiuto raccolto in modo differenziato viene effettivamente avviato a recupero.Per quanto riguarda la raccolta differenziata della carta, in un anno (l’indagine riguarda il 2009) in Emilia-Romagna ne sono state raccolte 295.903 tonnellate (68 kg a testa per ogni cittadino): il 99% di questo materiale viene reimmesso nel ciclo produttivo.
Per la plastica il materiale raccolto è 81.660 tonnellate (19 Kg a testa) e il 76% viene reimmesso nel ciclo produttivo. Il 97% dell’acciaio e dell’alluminio (28.182 tonnellate raccolte, 6,4 kg a persona) torna nel ciclo produttivo. Rientra in circolo produttivo il 91% della raccolta di vetro (138.627 tonnellate raccolte, pari a 32 kg a persona), il 98 % del legno (114.023 tonnellate raccolte, 26 kg a persona), il 95% dell’umido (181 803 tonnellate raccolte, 42 kg a testa) e il 98 % del verde raccolto (315.483 tonnellate raccolte, 72 kg a persona). In Emilia-Romagna gli impianti di recupero della carta sono 17 come quelli per il legno, mentre sono 15 quelli della plastica, 12 quelli dell’acciaio e alluminio, 11 quelli del vetro, 16 quelli dell’umido e 19 quelli del verde.

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