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Economia

A Rimini il primo congresso del nuovo 'Movimento rivoluzione fiscale'

Il Movimento si dichiara liberale e liberista, fedele alla economia di mercato, anti statalista e anti burocratico, impegnato al riordino della spesa pubblica e alla lotta contro gli sprechi

Il Movimento Rivoluzione Fiscale è stato ufficializzato lo scorso 10 gennaio ed è il primo movimento culturale e politico maturato durante la fase di isolamento da pandemia Covid-19. Il movimento è nato da una piattaforma programmatica condivisa da un gruppo di liberi professionisti e imprenditori che, prima attraverso la Rete Linkedin e poi con contatti social via web, ha rafforzato la propria prerogativa.  Sabato gli esponenti del movimento si sono riuniti all'Hotel Corallo a Rimini, mentre per domenica è in programma la nomina del gruppo dirigente.

Il Movimento si dichiara liberale e liberista, fedele alla economia di mercato, anti statalista e anti burocratico, impegnato al riordino della spesa pubblica e alla lotta contro gli sprechi. Il candidato alla presidenza del Mrf è Domenico Marrara, 56 anni, origini reggine e residente a Torino, consulente gestionale. "Il peso della burocrazia è insopportabile - ha dichiarato Marrara - e noi che facciamo parte del grande popolo delle partite Iva abbiamo concordato di scendere in campo con una chiara proposta di radicale riforma fiscale e tributaria". Il candidato vicepresidente Claudio Gombia, originario reggiano e residente a Buttigliera Alta (Valle di Susa) imprenditore immobiliare, cita Luigi Einaudi e punta il dito contro lo spreco delle pubbliche amministrazioni e la necessità di approntare nuove straordinarie misure fuori dalle logiche assistenziali come il reddito di cittadinanza. "Non regge un Paese - spiega Gombia - con questo regime di tassazione".

Il grumo di proposte che saranno poi approvate domenica, a conclusione del primo congresso, sono state illustrate da Piero Luigi Maggiori, avvocato, 62 anni residente a Forlì, candidato a segretario generale del Movimento. "La prima misura di moralizzazione del Paese è quella - spiega Maggiori - di riduzione del 50 per cento degli stipendi dei 238 mila fra funzionari, quadri e dirigenti di ogni tipo di amministrazione pubblica dai Comuni allo Stato. Il risparmio sarebbe in media di 35 miliardi di euro all'anno. La seconda misura riguarda la attribuzione della guida delle ex Fondazioni Bancarie ai sindaci delle città capoluogo con una disponibilità per i Comuni di circa 70 miliardi di euro per le risorse aggiuntive". Poi l'avvocato aggiunge altri contenuti-proposte del Mrf: "Le riforme elettorali che premiano le coalizioni tra forze politiche - spiega Maggiori - non assicurano la governabilità e la scelta del presidente del Consiglio da parte del presidente della Repubblica spinge il Paese verso un regime di occulto semi presidenzialismo a scapito del Parlamento. Meglio allora un premio di governabilità a chi raggiunge anche solo il 30 per cento dei voti come singola forza politica piuttosto che i pasticci cui stiamo assistendo. Originale anche la misura degli stipendi agli impiegati delle pubbliche amministrazioni, le ruote del carro mai ringraziate. Secca critica alla Flat tax, considerata illusoria e obbligata alla modifica dell'articolo 53 della Costituzione".

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