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Agricoltura, il grido d'allarme: "Stiamo perdendo il primato di produttori di ortofrutta. Salvare un settore che vale 1,2 miliardi"

Il presidente di Cia Emilia Romagna Stefano Francia ha incontrato il Sottosegretario di Stato, Luigi D’Eramo, anticipandogli una serie di azioni, anche politiche, per contrastare il declino di una voce di bilancio regionale strategica

"Ai problemi strutturali dell'ortofrutta romagnola con cui facciamo i conti da tempo, in particolare per pesche e nettarine, si sono aggiunte le calamità degli ultimi anni con gelate, alluvioni e trombe d’aria. Questo sta mettendo a rischio tutta la filiera col pericolo di accelerare un disinvestimento già in atto, che può portare all’abbandono quasi totale della frutticoltura romagnola con riflessi notevoli sull’economia, primo perché è un settore che esporta ma anche per l’indotto che muove. Rischiamo danni irreparabili”. E' il grido d'allarme che lancia il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi.

Il quadro di questo 2023 non è certo roseo. “Mai come quest’anno l’ortofrutta ha subito conseguenze così disastrose con perdite ingenti, dovute ad eventi climatici: si stimano riduzioni di rese importanti di oltre il 60% con picchi del 90”, specifica il presidente di Cia Emilia-Romagna Stefano Francia parlando del comparto che impiega in regione oltre 25 mila imprese ortofrutticole su un totale di oltre 53.000 che operano sul territorio e che crea i 1,2 miliardi di euro in termini di produzione lorda vendibile.

“Cosa fare? Occorre intervenire con misure straordinarie a garanzia di un comparto strategico per la nostra regione e per il Paese – osservano ancora Misirocchi e Francia - partendo dalla delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili e attivare il decreto legislativo 102/04 a parziale compensazione dei danni subiti. In accordo con il presidente Cia nazionale abbiamo infatti inviato una lettera indirizzata al ministro del Dicastero agricolo Lollobrigida e chiesto che venga riconosciuto il carattere di eccezionalità di tali catastrofi”. Inoltre venerdì a Mercato Saraceno, in occasione di un evento promosso dai giovani agricoltori di Cia, è intervenuto il sottosegretario Luigi D’Eramo, al quale il presidente di Cia regionale ha consegnato un documento in dieci punti con le strategie da adottare per uscire da questa fase di stallo.

Secondo Cia, con risorse derivanti dall’Ue vanno messi in campo tutti gli strumenti di difesa attiva e passiva indispensabili a prevenire i disastrosi effetti del gelo. “Inoltre – prosegue Francia – va riorganizzata la filiera garantendo ai produttori la necessaria remunerazione del lavoro. Infine va rilanciata l’attività di ricerca. L’assenza di interventi tempestivi rischia di determinare un ridimensionamento del comparto con estirpi e cessazione di attività dove i soggetti più fragili, piccole e medie imprese, giovani agricoltori ed agricoltrici sarebbero costretti a chiudere i battenti”.

Per questo motivo Cia annuncia iniziative per cercare di arginare questo crollo del settore. “Avvieremo azioni mirate in tutta l’Emilia-Romagna per salvare una ‘voce di bilancio’ che in regione vanta il più alto numero di denominazioni comunitarie con standard produttivi unici – conclude Francia - sarà quindi un impegno politico a tutti i livelli ed anche uno sforzo di divulgazione e comunicazione delle misure da mettere in atto”.

Le richieste di Cia

Cia chiede prima di tutto di "prevedere nella delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili di aprile e maggio attraverso l’attivazione del decreto legislativo 102/04 a parziale compensazione dei danni subiti". In secondo luogo una "proroga delle rate di credito agrario di esercizio e di miglioramento attuando le medesime procedure già sperimentate nel corso dell’emergenza Covid". Quindi di "destinare risorse per finanziare la “cambiale agraria” Ismea per assicurare liquidità alle imprese agricole colpite da gelo ed alluvioni anche attraverso il coinvolgimento dei confidi regionali".

Viene richiesto inoltre di "finanziare, attraverso le risorse della programmazione comunitaria, tutti gli strumenti di difesa attiva indispensabili a prevenire i disastrosi effetti del gelo" e "permettere, utilizzando le risorse Ocm ed i piani operativi, la conversione varietale degli impianti che sia siano dimostrati improduttivi". Si richiede anche di "riorganizzare la filiera garantendo ai produttori la necessaria remunerazione del lavoro e terminare l’iter per la definizione di un catasto ortofrutticolo nazionale".

Altro punto la "ricostituzione della dotazione per gli interventi compensativi per siccità dal primo giugno 2022 al 30 settembre 2022 ridotta del 50% a seguito dei tragici eventi che hanno colpito l’Emilia- Romagna nel mese di maggio". Viene inoltre sottolineata che "la drastica riduzione dei principi attivi ha compromesso l'efficacia delle strategie di difesa in campo. Questo, combinato a fattori ambientali avversi, ha determinato una significativa riduzione della capacità produttiva degli impianti. Occorre quindi rilanciare le attività di ricerca e impedire che l'Europa compia la scelta ideologica di un dimezzamento delle molecole attive in assenza di alternative tecniche adeguate".

Infine si richiede di "sostenere il sistema assicurativo per garantire una efficace difesa delle produzioni" e "l’esonero parziale dal pagamento dei contributi propri e dei lavoratori dipendenti sia per le aziende agricole che per le società o cooperative che svolgono o hanno svolto attività agricola nei successivi 12 mesi dal verificarsi dall’evento calamitoso come disposto dall’articolo 8 del decreto legislativo 102/2004 poi modificato con decreto legislativo 82/2008".

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