rotate-mobile
Economia

Cresce l'occupazione nel primo semestre. Ma resta l'incertezza

La rilevazione ha fatto emergere come il fatturato totale, rilevato a prezzi correnti, nel primo semestre dell’anno sia aumentato (+7,60%) rispetto al primo semestre 2010

L’Indagine Congiunturale sulla situazione economica della provincia di Rimini effettuata dall’Ufficio Economico di Confindustria Rimini relativa ai dati consuntivi del primo semestre 2011continua nel recupero (già evidenziato nel 2010) per quel che riguarda i principali indicatori. La rilevazione ha fatto emergere come il fatturato totale, rilevato a prezzi correnti, nel primo semestre dell’anno sia aumentato (+7,60%) rispetto al primo semestre 2010.

L’andamento positivo del fatturato complessivo del settore manifatturiero, è determinato soprattutto dall’aumento del fatturato estero (+13%). Anche il fatturato interno è comunque in aumento (+3%). Con riferimento alla classe dimensionale delle imprese, quelle con meno di 50 dipendenti evidenziano una crescita del + 8,30%, le aziende fra 50 e 250 dipendenti segnano un aumento del +7,70% e quelle con oltre 250 addetti denotano un incremento del +8,20%.

Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 58,20% con una percentuale del 64,60% nelle aziende con più di 250 dipendenti, del 53,40% nelle aziende comprese fra 50 e 250 addetti e del 30,80% nelle aziende con meno di 50 dipendenti. Gli andamenti riferiti alla produzione segnano un incremento nel primo semestre 2011 rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente (+7,70%). Le imprese che hanno visto una ripresa maggiore nella produzione sono le medie (+11,50%), seguite dalle grandi (+6,60%), infine le piccole con un +4,10%.

L’occupazione nel primo semestre 2011 è aumentata (+3,63%). Sono soprattutto le grandi (+5,30%) e le piccole imprese (+4,70%) a determinare questo dato, in quanto nelle medie c’è stato un calo anche se limitato (-0,30%). Appare piuttosto contradditorio in particolare il dato riferito alle aziende con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249: a fronte di un aumento di produzione superiore a quello delle aziende piccole o grandi, i dipendenti sono diminuiti (anche se leggermente) e il fatturato aumenta meno rispetto alle imprese delle altre dimensioni.

Per quel che riguarda gli ordini, il 37,93% delle imprese ha segnato un aumento, mentre per il 27,59% sono in diminuzione. Gli ordini esteri segnano una percentuale di imprese che li ha avuti in aumento del 26,32% e una percentuale del 33,33% in diminuzione. Il dato relativo alle Giacenze mostra un aumento per il 23,38% del campione, stabilità per il 67,53% e diminuzione nel 9,09% dei casi. Dato sostanzialmente in linea con quello della precedente rilevazione: si produce anche per il magazzino.

“Nel corso del primo semestre 2011- spiega il Presidente di Confindustria Rimini, Maurizio Focchi - si è registrato un timido ottimismo. Ma l’instabilità di agenti esterni quali la situazione finanziaria e politica, si è inevitabilmente ripercossa sull’andamento dell’economia, facendo precipitare nuovamente la congiuntura.  Dalla raccolta dei dati si sono ripresentati alcuni fattori che non ci permettono di essere troppo ottimisti”.

“Fra questi, l’eccesso di capacità produttiva a livello mondiale, ma anche locale in molti comparti, una domanda interna che stenta a ripartire e soprattutto il CREDITO sempre più selettivo anche per l’adeguamento anticipato ai criteri di Basilea3 e la difficoltà a reperire liquidità nel sistema a causa dello spread fra Btp e Bund tedeschi – ha aggiunto Focchi -.  Da tempo lo diciamo, le nostre imprese lamentano una restrizione sul credito segnalando un continuo peggioramento in termini di quantità e di costo del denaro. Le banche chiedono sempre più garanzie e i nostri consorzi di garanzia fidi stentano a tenere il passo”.

“Ecco perché chiediamo ancora una volta alle banche di sostenere gli imprenditori e di tenere conto di tutti i fattori con cui le aziende devono misurarsi, come la difficoltà d’incassare i propri crediti – ha proseguito il presidente di Confindustria -. La nostra proposta è di operare nell’interesse comune, cercando di individuare strumenti e modalità per finanziare i progetti di crescita delle imprese attraverso l’erogazione del credito”.

Le attese degli imprenditori, relative al secondo semestre 2011 (rilevate però prima dell’esplodere delle tensioni sui mercati internazionali) denotano una situazione in chiaroscuro. L’andamento della produzione, infatti, viene annunciata in aumento dal 34,88% delle imprese, il 48,84% prevede una situazione di stazionarietà e il 16,28% degli imprenditori prevede una diminuzione (diminuisce la percentuale di chi prevede un aumento e aumenta quella di chi prevede una diminuzione della produzione).

Considerazioni simili anche per le previsioni sugli ordini. Il 30,12% degli imprenditori prevede una crescita, il 51,81% stazionarietà e il 18,07% una diminuzione.Per quel che riguarda le giacenze  il 69,88% le prevede stazionarie, il 13,25% in aumento e il 16,67% in diminuzione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 76,40% del campione, in crescita per il 12,36% e in calo per l’11,24%. Il dato che emerge dal ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende evidenzia che per il 54,95%, tale ricorso è da escludersi e l’8,79% lo considera poco probabile. Oltre il 35% lo considera probabile (e il 10,99% probabile e consistente).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cresce l'occupazione nel primo semestre. Ma resta l'incertezza

RiminiToday è in caricamento