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Economia

Assemblea dell'Ance: è negativo e preoccupante il quadro del settore delle costruzioni

E' negativo e preoccupante il quadro del settore delle costruzioni, a livello nazionale, regionale e soprattutto locale, presentato giovedì in occasione dell'Assemblea di Ance Rimini che si è tenuta nella sede di Ance e Confindustria Rimini

E' negativo e preoccupante il quadro del settore delle costruzioni, a livello nazionale, regionale e soprattutto locale, presentato giovedì in occasione dell'Assemblea di Ance Rimini che si è tenuta nella sede di Ance e Confindustria Rimini. In Italia, l’Ance stima che dall’inizio della crisi il settore delle costruzioni ha perso 480.000 occupati (-24%). Considerando anche i settori collegati alle costruzioni, si stimano in 745.000 i posti di lavoro persi. In Emilia Romagna, dall’inizio della crisi, il settore delle costruzioni ha perso circa 31.900 occupati (dati Istat) che corrisponde ad un calo in termine percentuali del 19%.

Un andamento che sottende un forte processo di destrutturazione delle imprese operanti nel settore. E' come se avessero chiuso in Italia 15 Fiat. Nel territorio di Rimini le imprese attive iscritte alla Cassa Mutua Edile ANCE passano da 788 del 2008 a 528 del 2013 con un calo di 179 aziende pari a - 33% e rispetto al 2012 in cui erano 609 si registra un calo del 13%. Gli operai attivi passano da 4.572 del 2008 a 2.922 del 2013 con un calo di 1.650 addetti (-36%). Rispetto al 2012 il calo è di 656 addetti.

Le ore lavorate registrano un calo rispetto al 2008 del - 42% e rispetto al 2012 del -17%. Situazione analoga per il dato sul monte salari che è in calo rispetto al 2008 del -32% e rispetto al 2012 del -16% (nel 2008 37,5 mil di euro, nel 2012 -30 mil di euro e nel 2013 25,5 mil di euro). I dati riferiti al primo trimestre 2014 confrontati con quelli del primo trimestre 2008, non sono migliori, anzi sono peggiori di quelli riferiti al 2013: si registra, infatti: aziende -40%, lavoratori -41%, ore lavorate -51% e monte salari -42%. Per fare un esempio pratico, la produzione di calcestruzzo rispetto agli anni pre-crisi è calata dell’80%.

APPALTI - Nel corso del 2013 le gare di appalto aggiudicate nella Provincia di Rimini sono state 142 per circa 42 milioni di euro complessivi, di queste 50, per 28 milioni di euro, riguardano opere edili, mentre 92, per 14 milioni, riguardano opere infrastrutturali.
Nel 2013 le imprese riminesi, nonostante la crescita degli appalti nella nostra Provincia, fanno registrare un calo della relativa quota percentuale dei lavori acquisiti, pari a 18% del totale provinciale (era 29% nel 2012); anche le imprese extraregionali diminuiscono la loro presenza con il 19% (47% nel 2012); sono aumentate quindi le imprese di altre province dell’Emilia-Romagna la cui quota raggiunge il 62% (23% nel 2012). Il ribasso medio degli affidamenti è stato del 15,5% (nel 2012 15,7%).

MERCATO IMMOBILIARE RESIDENZIALE: In provincia di Rimini, contro la diminuzione regionale del 7%, si registra un calo del 13%.
E le prospettive rimangono ancora incerte in ragione delle persistenti difficoltà economiche delle famiglie che, in questi anni, hanno sperimentato una riduzione del reddito disponibile e della propensione al risparmio. A ciò si aggiunge la difficoltà di accesso al credito.

CREDITO -  In provincia i finanziamenti per il residenziale sono calati del 48%, 3 punti in più della media regionale e per i non residenziali del 47% quasi il triplo del livello regionale. La fortissima restrizione del credito non ha risparmiato le famiglie: nei primi 9 mesi del 2013, infatti, è proseguita la contrazione delle erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni, con un ulteriore -4% rispetto ai primi 9 mesi del 2012. Il dato risulta molto preoccupante in considerazione della fortissima restrizione di erogazioni registrata tra il 2007 e il 2012 nella regione, periodo in cui sono venuti a mancare alle famiglie oltre 9 miliardi di euro per l’acquisto di case (-70%). In particolare il flusso dei nuovi mutui per l’acquisto della casa nella nostra Provincia si attesta su 130 milioni di Euro per il 2013, mentre nel 2012 era stato di 141 milioni di Euro e nel 2007 di 337 milioni con un calo percentuale rispetto al 2013 del 58%.

"L’edilizia e l’industria delle costruzioni sono state messe alle corde da una mancanza rilevante e progressiva di investimenti privati, ma soprattutto pubblici, da un eccesso di tassazione sulla casa, dalla mancanza di concessione di credito, da una burocratizzazione che ingessa anche le poche iniziative che imprenditori coraggiosi volessero ancora intraprendere - affermano da Ance -. Siamo tutti convinti che sul consumo del suolo sia opportuno intervenire, ma è necessario al contempo intraprendere un grandissimo lavoro di “ricucitura del territorio” come ha consigliato il famoso architetto Renzo Piano al Presidente del Consiglio Renzi. Noi siamo pronti ad intervenire sulla rigenerazione urbana che può passare da misure come l’abbattimento e la ricostruzione di edifici ormai non adeguati in termini di sicurezza e ambientali, fino alla riqualificazione urbanistica di aree ,di dimensioni più importanti che consentano realmente di affrontare con lungimiranza il concetto di riuso del suolo, nell’ ottica di limitare il consumo del territorio come previsto dagli attuali orientamenti".

"Per effettuare però tali iniziative è necessario avere gli strumenti urbanistici che permettano di intervenire sull’esistente creando una legislazione e delle premialità tali che consentano interventi che coinvolgono una platea di proprietari di immobili molto varia e frammentata, tipica delle nostre città - continua la relazione -. E’ sicuramente molto importante, al fine di ottimizzare il consumo del territorio, incentivare i cambi di destinazione d’uso che consentono di riutilizzare immobili con destinazioni non attuali, destinati altrimenti a diventare inutili monumenti fatiscenti della burocrazia. Per fare ciò oltre agli strumenti urbanistici è necessario che vengano agevolati anche nel pagamento degli oneri richiesti per tali interventi.

"Sottolineiamo ancora una volta che Rimini pur avendo adottato il PSC ormai tre anni fa, non l’ha ancora approvato e tutto questo complica qualsiasi opportunità di operare concretamente sull’esistente. Su questo ci confortano, in parte, le parole del Sindaco Andrea Gnassi, che pone il limite della fine del 2014 per l’approvazione del PSC. Attendiamo ora con fiducia che questo impegno si concretizzi - si legge nel documento -. Un'altra questione importante riguarda le opere pubbliche i cui appalti, devono tenere nella giusta considerazione, nel rispetto delle norme, le imprese del territorio, evitando sciami di aziende che solo apparentemente sono qualificate per eseguire i lavori ma alla prova dei fatti non possiedono le referenze tecniche e tantomeno economiche per eseguirli, cercando altresì di limitare l’utilizzo del massimo ribasso. Anche per le opere pubbliche bisogna tendere ad una sburocratizzazione e a un rispetto dei termini nei pagamenti, ma soprattutto bisogna creare molte più occasioni di lavoro".

"Se non ci sarà un reale cambiamento da parte di tutte le Pubbliche amministrazioni a livello nazionale regionale e locale, questo comparto rischia realmente l’estinzione. Purtroppo la percezione del pubblico, visto che i cantieri sono numerosi e disseminati nel territorio, non è come quella riservata alle grandi aziende che chiudono o che diminuiscono la loro forza lavoro coinvolgendo in una volta sola centinaia o migliaia di dipendenti. Pensiamo, infatti, alla filiera dell’edilizia che ha un moltiplicatore pari a 3, cioè per ogni operaio che lavora direttamente nel settore, ce ne sono altri 3 nell’indotto - conclude -. Di conseguenza il rischio di estinzione del comparto resta veramente grandissimo ed è necessario non perdere più tempo e passare dalle parole ai fatti concreti. In questo senso Ance continuerà ad essere presente nei confronti degli attori del mondo dell’edilizia al fine di supportare le imprese con azioni indirizzate alla risoluzione di questo empasse partendo dal dialogo fra amministrazioni, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali".

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