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Economia

Aumento dell'Iva, "un altro duro colpo ai consumi"

"In un momento come questo dove la crisi deprime l’economia la decisione del Governo di aumentare l’IVA da 10% all’11% e dal 21% al 22% darà un altro duro colpo alla domanda interna"

"In un momento come questo dove la crisi deprime l’economia la decisione del Governo di aumentare l’IVA da 10% all’11% e dal 21% al 22% darà un altro duro colpo alla domanda interna che si tradurrà in minori investimenti delle Imprese, e minore occupazione". E' l'osservazione del portavoce di A.R.P.E. (Associazione riminese pubblici esercizi) CNA, Arturo Pane.

"La spendig review doveva servire a non aumentare l’IVA, a quanto era stato promesso alle parti sociali, l’azione del Governo ha seguito una linea mediana, dove da una parte si sgrava l’irpef misura apprezzata utile allo sviluppo dei consumi e dall’altra si aumenta IVA anche se in misura minore a quanto prospettato all’Unione Europea", spiega Pane.

"In un momento come questo, l’IVA non si può considerare come una mera partita di giro, ma un maggior costo della clientela finale che farà aumentare i prezzi, le Imprese pur di mantenere il già basso mercato saranno costrette ad assorbire nei listini tale aumento pertanto da una parte le materie prime costeranno di più dall’altra questo ulteriore esborso non verrà recuperato", evidenzia ancora il portavoce di A.R.P.E. CNA.

"L’esempio più eclatante lo si potrà riscontrare nei Pubblici Esercizi dove il prezzo viene evidenziato già comprensivo di IVA infatti nelle fatture la stessa si scorpora - procese Pane -. A livello locale dal prossimo mese di luglio anche il turismo risentirà dell’effetto dell’aumento dell’IVA con una ulteriore contrazione della spesa da parte dei clienti sia per l’alberghiero che per tutta la filiera".

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