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Economia

Banca Etica, i soci di Rimini e San Mariano riuniti in assemblea

Raccolta e impegni oltre i 5 milioni di euro. Temi chiave: start-up, crisi aziendali e tutela del risparmio

A livello locale Banca Etica chiude il 2015 con risultati ampiamente positivi. Stabile il numero dei soci pari a 395 e del capitale sociale di poco inferiore ai 400 mila euro. Bene anche la raccolta e gli impieghi rispettivamente a 5 e 5,1 milioni di euro di cui 3,5 a persone giuridiche. I dati sono stati presentati ai soci di Rimini e San Marino venerdì scorso in assemblea al Palacongressi, mettendo in luce le caratteristiche distintive dell’istituto con sede a Padova e 17 filiali sul territorio nazionale attivo a Rimini con una propria sede. “La raccolta diretta - ha precisato Gigliola Ricci della sede riminese – nel 2015 ha avuto un incremento del 5,4%. Per il 2016 sono cresciuti in maniera esponenziale i colloqui con clienti di altri istituti alla ricerca della banca più sicura a cui affidare i propri risparmi. La trasparenza di Banca Etica, che sul proprio sito mostra chi finanzia con il risparmio raccolto, ci sta oggettivamente avvantaggiando. Ma al di là di questo, è il principio che ci interessa. Il nostro auspicio è che quanto accaduto in questi ultimi anni possa essere utile e di stimolo per un cambiamento positivo, anche a livello locale, affinché il sistema bancario sia sempre più al servizio dell’’economia reale e sganciato dalle logiche perverse della finanza fine a se stessa e della speculazione”.

L'assemblea di Banca Etica si è svolta nell'ambito del Convegno "Rimini Wake Hub" organizzato dall’associazione riminese “Il Palloncino Rosso” con l'obiettivo di divulgare e promuovere una cultura dell'economia condivisa. Alla Tavola rotonda, dove hanno partecipato numerosi soggetti istituzionali del territorio tra cui Andrea Aureli (SCM Group), Maurizio Ermeti (Forum Rimini Venture), Luigi Gambarini (Nuove Idee Nuove Imprese), Andrea Gnassi (Sindaco di Rimini), Fabrizio Moretti (Camera di Commercio di Rimini), Lino Sbraccia (Figli del Mondo), per Banca Etica sono intervenuti Nazzareno Gabrielli (Vicedirettore Generale di Banca Etica) su "#fundraising - Forme di reperimento delle risorse finanziarie per start up innovative" e Alessandro Gentilini (Direttore Filiale Banca Etica Bologna) sul tema di strettissima attualità "#workers Una 'nuova' forma di impresa: Workers Buy Out."  “Gli strumenti per sostenere le start-up ci sono e per quanto ci riguarda possiamo dire di essere stati tra i primi, come banca, a promuoverli svolgendo anche il compito di acceleratore grazie a specifici bandi – ha sottolineato Nazzareno Gabrielli lanciando una provocazione. - Rimane un tema: quali start-up è bene finanziare? Secondo noi quelle che si propongono di creare un bene diffuso a livello sociale e non, come accade frequentemente, un vantaggio per pochi azionisti di riferimento”.

Parlando invece di "workers buy out", le operazioni di acquisto di società realizzate dai dipendenti dell'impresa stessa, anche su Rimini – è stato detto da Alessandro Gentilini – siamo pronti a mettere a disposizione tutte le competenze maturate in Emilia Romagna e in altre zone d’Italia. Ne abbiamo già effettuate diverse e le monitoriamo attentamente. C’è una condizione imprescindibile per salvare le aziende che hanno dichiarato il fallimento o inoltrato domanda di concordato preventivo: che i dipendenti siano coesi e disposti a prendere in mano le sorti dell’azienda. Gli strumenti ci sono e passano dalla creazione di cooperative e dal reperimento delle fonti di finanziamento sfruttando le normative attualmente in vigore. Da parte di Banca Etica c’è la massima disponibilità a fare la propria parte”.

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