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Economia Morciano di Romagna

Indagine sul commercio a Morciano, Gnassi: "Serve collaborazione tra reti di esercenti"

Morciano viene scelta per ragioni di comodità e accessibilità (62%). In più ci sono servizi primari (mercato ambulante, scuole, biblioteca)

Si è svolta lunedì sera l’assemblea pubblica intitolata “Commercio a Morciano oggi e domani”, nella quale sono stati presentati i risultati svolti nell’ambito di un’indagine conoscitiva che ha visto come intervistati gli operatori economici morcianesi e i consumatori. Il lavoro di elaborazione e somministrazione del questionario è stato svolto dagli studenti dell’ Isiss “Gobetti-De Gasperi” nell’ambito del progetto di valorizzazione del centro commerciale naturale di Morciano di Romagna, finanziato dalla Legge regionale 41.

"Questa serata è stata molto positiva – dichiara il sindaco Claudio Battazza – perché per Morciano il commercio è tutto, è l’anima del paese, e nonostante la crisi abbiamo bisogno di continuare ad investire ed innovare per rimanere il punto di riferimento dell’intera Valconca". "Dopo aver visto i risultati di questo interessante sondaggio – afferma il presidente della Provincia e sindaco di Rimini, Andrea Gnassi – mi sento di fare una duplice considerazione. Le istituzioni, a partire da quelle centrali per arrivare a quelle locali, devono agire sulle leve del ritorno alla crescita e della sburocratizzazione. Io dico sempre che fa più danni un ufficio che ci mette un anno a dare risposta su una pratica, che tre mesi di mancati incassi".

"Le istituzioni locali - chiosa Gnassi devono invece migliorare l’accessibilità al territorio attraverso viabilità e trasporto pubblico, non devono ‘delocalizzare’ in aree prive di rete commerciale i servizi e devono creare quelle iniziative omogenee e sistematiche che io chiamo software e cioè in occasioni intelligenti di calamitare gente su precisi contenuti in sintonia con le peculiarità del territorio. Da parte loro gli esercenti hanno il dovere di non chiudersi e di investire: non tanto e non solo denaro, che ora scarseggia, ma investire in collaborazioni tra reti di commercianti, non considerando l’esercente accanto un concorrente ma semmai un alleato. Perché se insieme si porta più gente, la ricaduta andrà a beneficio sia dell’uno che dell’altro".

"C’è poi il tema di incrociare l’offerta con la domanda - aggiunge il presidente della Provincia -. Mi pare che dal sondaggio emerga una richiesta di maggiore flessibilità negli orari e nelle aperture. Ecco, essa- nel possibile- non va frustrata ma ascoltata. Le abitudini all’acquisto cambiano in maniera vertiginosa, oramai è possibile acquistare un computer tramite un sito ubicato negli Stati Uniti e riceverlo in tre giorni. Cosa fa la differenza allora? La qualità, la disponibilità, l’informazione curata che su internet non si trova. Dalla ricerca emerge come gli stessi esercenti individuano nella qualità l’arma migliore per restare competitivi in un commercio sempre più globale".

"E qualità significa - evidenzia - attenzione verso il cliente, prodotti di livello, assistenza metodica, gentilezza ma anche qualità del contesto urbano in cui il negozio o il pubblico esercizio si colloca, gradevolezza delle città. Credo che nessuno, se potesse scegliere, si recherebbe in un capannone su una superstrada se l’alternativa è potere contare su un negozio in un luogo attrattivo e pieno di occasioni di incontro, di divertimento, di cultura, dove all’interno ci stanno persone competenti, che insieme ai colleghi sanno creare occasioni di promozione".

Principali dati relativi all’offerta - Sono oltre 200 le attività commerciali compresi i commercianti ambulanti. Il 45,8% di queste avviate tra 1990 e 2009. Il 79% di piccola dimensione. Il 69,4% non proprietaria dell’immobile. Il 68,2% considera ‘calato negli ultimi due anni’ il numero di clienti, anche se questi sono ‘più esigenti’ (71% delle risposte) e ‘gradiscono essere assistiti’ (66%). Metà degli intervistati non ha in previsione di fare investimenti sulla propria attività e più del 25% afferma di volerli fare ma di non avere la certezza di sostenere l’investimento. Il 46% non è propenso alla modifica dell’orario di apertura mentre le cause della diminuzione del volume d’affari vengono soprattutto attribuite alla crisi generale (72%). I principali problemi vengono individuati nel costo delle utenze, nella burocrazia, nella concorrenza dei centri commerciali, mentre gli elementi più importanti per avere successo sul mercato risultano cura del cliente (76%) e qualità offerta (74%). Più del 50% pensa che le istituzioni locali non facciano abbastanza nei confronti degli esercenti.

Principali dati relativi alla domanda - Sono state intervistate 707 persone. Acquisto soprattutto di alimentari (74%), pubblici esercizi e abbigliamento (65%). La tipologia di negozio in cui vengono fatti acquisti è perlopiù medio-piccola. Morciano viene scelta per ragioni di comodità e accessibilità (62%). In più ci sono servizi primari (mercato ambulante, scuole, biblioteca). Il 40% vorrebbe l’abolizione della chiusura settimanale e l’apertura domenicale degli esercizi (32%). Si vorrebbe un lavoro più puntuale sul tema della promozione, tramite pubblicità tradizionale ma soprattutto mail, internet, sms, face book.

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