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Acconciatori ed estetiste, Confartigianato: "Se rispettano le regole i cinesi sono uno stimolo all’innovazione"

“Sul fronte dell’abusivismo – spiega Paolo Lo Gioco, presidente della categoria Acconciatura-Estetiste di Confartigianato – abbiamo siglato dei protocolli coi comuni della Provincia, che prevedono da parte nostra la segnalazione e poi il controllo conseguente"

L’affollatissima assemblea della categoria Acconciatori ed Estetiste di Confartigianato è stata il segnale del particolare e delicato momento che attraversa la categoria. La crisi dei consumi, che tocca pesantemente anche i servizi alla persona, ha innescato numerosi problemi e le chiusure di esercizi sono ormai quotidiane. Una conseguenza è l’incremento di attività svolte in nero a domicilio, ma ci sono anche opportunità che andrebbero colte e che la burocrazia invece rallenta.

“Sul fronte dell’abusivismo – spiega Paolo Lo Gioco, presidente della categoria Acconciatura-Estetiste di Confartigianato – abbiamo siglato dei protocolli coi comuni della Provincia, che prevedono da parte nostra la segnalazione e poi il controllo conseguente. La piaga è diffusa, ad ulteriore danno di chi paga tasse pesantissime, ha costi fissi sempre più insostenibili e deve sottostare a un’enormità di prescrizioni”.

La crisi economica ha anche aperto una nuova possibilità di occupazione: la cosiddetta ‘poltrona in affitto’. “E’ una prospettiva interessante – continua Lo Gioco – perché consente a professionisti che non riescono a sopportare i costi dell’impresa di restare in un alveo di legalità. La Legge è stata emanata cinque anni fa e in molte città italiane sono partite queste esperienze. In sostanza, con rigorosi controlli e limiti, un salone può ‘affittare’ una poltrona ad un altro professionista affinché segua direttamente i propri clienti. In Veneto, nelle marche e in Toscana sono partiti da tempo, ma anche nella nostra regione a Bologna, Imola e Riccione ho notizia dei primi casi. A Rimini non abbiamo ancora un regolamento, abbiamo chiesto di velocizzare l’iter ma pare che prima della Primavera non sarà possibile. Ecco, aiutare le imprese significa anche essere più rapidi nell’assecondare le loro necessità”.

Infine il proliferare di esercizi gestiti da extracomunitari, principalmente cinesi. “Se rispettano le stesse nostre leggi, pagano le stesse nostre tasse e rispettano le stesse nostre regole – conclude Lo Gioco - non c’è alcun problema. Anzi, sono uno stimolo per la nostra categoria a sviluppare nuove iniziative. In seno a Confartigianato ci siamo dati una prospettiva di lavoro comune, pianificando iniziative promozionali. Loro lavorano instancabilmente senza riposarsi mai, stanno facendo quello che le nostre precedenti generazioni di parrucchieri facevano nei momenti di crisi. Noi possiamo fare scelte alternative, abbiamo una professionalità diversa e la qualità non è nemmeno confrontabile. Però non possiamo solo demonizzarli, dobbiamo invece metterci in gioco con rinnovato impegno”.

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